Inorch Scorangef, il Carneade della ‘resistenza’
Lunedì scorso nei locali della Libreria Roma, storico punto degli incontri letterari che La Vallisa promuove da più di trent’anni, è stato presentato un interessante volume a firma di Gaetano Marabello. Ricercatore storico in controtendenza, Marabello si era già messo in luce qualche tempo fa con altra opera, ‘Briganti e pellerossa’, in cui con originalità ed acume mette lo sterminio metodico dei nativi nordamericani in parallelo con quello coevo degli insorti che nel Sud-Italia si opposero con non ripagato eroismo all’annessione sabauda. Il Nostro torna sul tema della pulizia etnica col recentissimo ‘La Legge Pica’ (Controcorrente, 2014). Per chi non lo sapesse, la Legge Speciale voluta dal deputato abruzzese Giuseppe Pica ed entrata in vigore nell’agosto del 1863 in buona parte del nostro Mezzogiorno, doveva essere un rimedio temporaneo di difesa del neonato Regno d’Italia contro l’‘infezione’ brigantesca. Rimedio affatto temporaneo, assolutamente brutale, inopportuno e illegale, la Legge Pica fece danni (e che danni) sino al 31 dicembre 1865. Ufficialmente i fucilati ammontano a poco più di cinquemila. E’ ragionevole pensare che quel numero sia molto più elevato. Considerando poi le persone ‘scomparse’ o mandate a morire nei campi di lavoro, il numero dei ‘nemici’ neutralizzati potrebbe sfiorare le centomila unità. Fin qui nulla di nuovo. Il libro di Gaetano Marabello si distingue per il fatto di portare alla luce un pamphlet rarissimo (ne sono rimaste solo tre copie) edito nel 1865, in occasione del rinnovo della Camera dei Deputati e finalizzato a sollecitare l’elettorato verso candidature diverse da quelle già responsabili dell’obbrobrio morale, sociale e giuridico passato alla Storia col nome di Legge Pica. Chi l’autore? Inorch Scorangef non è mai esistito. Sotto quello pseudonimo, e con prudenza da cospiratore, si muove un grosso personaggio pubblico dell’ex Regno Borbonico restio a omologarsi e perciò esposto alle vendette dei voltagabbana (morì nel 1878 ucciso a revolverate da un nemico personale). Chi sia costui, Marabello lo svela al termine di una ricostruzione dei fatti pazientissima e che si snoda con cadenze da giallo storico. Mettendo le due cose in relazione, emerge un fatto importante : la ‘resistenza’ non s’interruppe con la morte del Romano e la cattura di Crocco, ovvero dei grandi capi della ribellione. Continuò sotto altre forme a proposito delle quali la ben accomodata Storia che conosciamo tace. Quanti altri oltre Inorch Scorangef ebbero guai con la Legge per l’intercettazione di carteggi scottanti, per la censura a danno di testi letterari, canzoni, sculture e dipinti politicamente scorretti? Nello svelare l’identità di Inorch Scorangef, questo Carneade della ‘resistenza’, Gaetano Marabello getta un raggio di luce nel buio. Forse sono in arrivo altre sorprese.
Italo Interesse
Pubblicato il 20 Novembre 2014