Cultura e Spettacoli

Inseguire la Bellezza

Sabato scorso si è spento nella sua abitazione, poco meno che settantenne, Nino Antonazzo (nella foto è a destra, in compagnia del collega Gianluigi Amorese). Il suo nome dice nulla al grosso pubblico, ma dice tutto invece agli appassionati di musica di qualità che a Bari (e non solo) ebbero il privilegio di conoscerlo e frequentarlo. Era un musicofilo, come amava definirsi, sdegnando darsi del musicologo. Una passione viscerale aveva fatto di lui un intenditore raffinatissimo, un cultore della Bellezza che avrebbe meritato di lasciare la propria firma sulle più prestigiose riviste di settore. Glielo impedì solo una natura assai schiva e tendenzialmente solitaria. Della sua competenza si accorsero per primi gli ascoltatori più sensibili quando nel 1976 Ninì (come era affettuosamente conosciuto tra i pochi fortunati che con lui ebbero confidenza) diede vita, insieme ad altri compagni d’avventura, a Radio Alternativa, una delle prime emittenti radiofoniche baresi del periodo della liberalizzazione dell’etere e in assoluto la prima aperta al progressive rock e ad altre tendenze colte venienti dall’altra parte della Manica e dell’Atlantico. Nino Antonazzo si distinse subito con selezioni anche ardite, ‘giustificate’ da considerazioni di contorno sempre pertinenti e che si allargavano senza sforzo a cinema, letteratura, persino danza, pittura e scultura, talmente vasto era il suo sapere, frutto d’una curiosità, d’una sete di Bellezza che non conosceva sazietà. Chiusa la breve avventura con Radio Alternativa, Antonazzo passò ai microfoni di Altra Radio, altra emittente storica di quegli anni. Lì diede forse il meglio di sé. Fu “un gigante della divulgazione” (Nicola Morisco), non solo musicale. In molti si sono formati alla sua scuola. Quando poi Radio Alternativa cominciò ad involvere, Nino Antonazzo fu il primo a distaccarsene per consacrarsi alle sue ricerche, condotte frequentando concerti e ‘setacciando’ negozi di dischi ; nella sua stanza (‘il Tempio’, come qualcuno lo chiamava), aveva raccolto quasi diecimila pezzi, molti dei quali oggi introvabili. A chi lo cercava non lesinava mai ‘indicazioni’ illuminanti: Fu lui a ‘suggerire’ l’arrivo a Bari per Time Zones di colossi come Popol Vuh, Diamanda Galas, Wim Mertens, Steven Brown, Peter Hammill… Studiava le cose, pesava le parole, i suoi giudizi erano brevi, convinti e convincenti, non avevano bisogno di esclamativi. Fuori della musica e della ricerca della Bellezza, fu per breve tempo militare di carriera, poi agente di commercio. Uomo cortese e sensibile, nascose sempre in fondo al cuore una malinconia vicina allo spleen. Ha voluto separarsi da questo mondo con coerenza musicofila: Per sua espressa volontà, la camera ardente a un certo punto s’è riempita di musica. Nelle ultime righe della struggente lettera d’addio Ninì aveva indicato due brani di Franco Battiato, “uno legato all’ipotesi, che non escludo, di una nostra continua reincarnazione volta a raggiungere livelli di coscienza sempre maggiori, e l’altro in cui egli ipotizza un aldilà idilliaco, dominato da pace e serenità, quella che ho sempre inseguito, spesso invano, in tutta la vita, e che vorrei voi trovaste al più presto”. E’ stato accontentato, con l’aggiunta di un ‘bonus-track’ ad opera dei presenti: il primo movimento della Primavera di Vivaldi. Ninì spiccò il volo il primo giorno di primavera.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 24 Marzo 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio