Cronaca

Insorgono le associazioni: “Tutta da rivedere la variante Ferrotramviaria”

Troppe le ‘sviste’, dimenticanze e omissioni rilevate nell’iter di approvazione dell’ultima delibera di variante al Piano Regolatore Generale in Consiglio Comunale, tra via Brigata Regina e Corso Mazzini, per non costringere Sindaco e servizi comunali a rivedere l’iter procedimentale. In campo, infatti, sono scese le associazioni ‘Ande’, ‘Italia Nostra’ e ‘Sviluppo sostenibile’ dopo, come detto, l’approvazione in Aula del 22 Febbraio di una variante al Piano d’Area tra c.so Vittorio Veneto, via Brigata Regina, c.so Mazzini, via Napoli, via Ravanas, già approvata con due delibere giuntali, la n.54 del 26.01.2010 e n.650 del 09.03.2010. E così adesso, dopo ben undici anni, riecco la “Ferrotramviaria SpA, che chiede disco verde per costruire ben otto edifici alti una trentina di metri, con circa 70mila mc di cemento, ma con una procedura zeppa di atti da perfezionare. Tanto per cominciare, l’atto in variante al PRG non è stata inviato per approvazione alla Regione Puglia, nonostante essa implichi varie modifiche urbanistiche, tra le quali un sensibile innalzamento dell’altezza dei fabbricati con ‘esiti intuibili – si osserva ancora nella nota inviata  anche al presidente Emiliano, oltre che a Sindaco Decaro e Presidente del Municipio Leonetti – sull’architettura del lungomare, configurandosi all’apparenza una violazione rilevante sostanziale e procedurale dell’Accordo di Programma del 2010 e del PRG allora e tuttora vigente’. Ma le associazioni pongono anche altre questioni riguardanti, per esempio, il Municipio 1, il cui parere richiesto nel procedimento manca del tutto. Eppure l’ente aveva posto interrogativi sul progetto, ma senza che sia stata una risposta e soprattutto senza che il ‘parere obbligatorio’ sia stato espresso e allegato al procedimento. E non basta. ‘È grave, l’esclusione del procedimento dalla procedura VAS (….) non accettabile in una zona soggetta a grave rischio idrogeologico qual è quella interessata dal progetto Ferrotramviaria. Infatti, l’area è interessata dalla falda profonda presente nei calcari mesozoici, in continuità con la falda profonda regionale, verso costa, provenendo dagli alti murgiani e galleggiando sull’acqua di mare. Insomma, la circolazione idrica, sia superficiale sia sotterranea, è condizionata dalla presenza della lama Picone, che in questa area è oggi gravata dalle urbanizzazioni, ma che un tempo defluiva in mare ad est del molo Pizzoli. La presenza della lama Picone ‘obliterata’, indica che, con tutta probabilità, sono presenti importanti forme carsiche’. E in queste condizioni, senza stare a sottilizzare ancora, la realizzazione di opere nel sottosuolo determinerebbe una modifica degli equilibri idraulici sia nel lungo termine, sia durante la fase di costruzione. In particolare, durante la fase di costruzione, sarebbe necessario eseguire importanti opere di impermeabilizzazione del sottosuolo, col rischio di modificare gravemente l’equilibrio tra la falda di acqua dolce e la sottostante acqua di mare; modifiche che potrebbero essere anche irreversibili, con un peggioramento del fenomeno dell’intrusione marina’. Conclusione? Le associazioni chiedono nero su bianco all’Amministrazione Comunale di rivedere in autotutela tutto e di acquisire autorizzazioni e procedure necessarie per legge (Regione Puglia per variante urbanistica al PRG, Regione Puglia per PPTR Puglia, Regione Puglia per VAS, Ministero Cultura per tutela monumentale, Autorità di Bacino per piano di bacino, Municipio 1 Bari per il parere obbligatorio), anche perchè i termini per ricorrere alla giustizia amministrativa sono scaduti.

Francesco De Martino


Pubblicato il 6 Maggio 2021

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