Cultura e Spettacoli

Intrappolare l’italofona pantera…

E’ stato in scena alla Vallisa un lavoro di e con Virginio Gazzolo che verte intorno al De Vulgari Eloquentia di Dante Alighieri

Il De Vulgari Eloquentia è una caccia a quel volgare “illustre, cardinale, aulico e curiale” che, imprendibile “pantera dall’alito profumato”, si aggirava per l’Italia del Duecento senza sapere d’essere destinato a fare un boccone del latino. Come sappiamo, Dante giunge alla desolante conclusione che nessuno tra i quattordici “ignobili barbarismi” considerati senza escludere il toscano (“turpiloquio da ubriachi”!) merita di assurgere a lingua nazionale. Ma invece d’avvilirsi nell’idea che gli italiani del suo tempo siano destinati a intendersi poco e male e – divisi dalla lingua oltre che dal campanile – a restare un insieme di cittadinanze vicendevolmente diffidenti, il Poeta pone fiducia nei poeti, artigiani della parola instancabili nello sforzo di dare forma compiuta a tanto magma ; nella quale fiducia sembra prendere forma la trappola di Dante per ‘acciuffare la sfuggente, italofona pantera’. La più recente riflessione su questo lavoro “citato da molti e non letto quasi da nessuno” (Manzoni), reca la firma di Virginio Gazzolo.  Nel 2011, in occasione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, l’attore romano presentava  al Festival dantesco di Ravenna questo suo ‘De Vulgari eloquentia – là dove ‘l sì suona’. Dopo numerose repliche distribuite qua e là nel Belpaese, nell’ultimo fine settimana questa produzione Diaghilev ha fatto approdo alla Vallisa nell’ambito della XVIII Edizione de ‘Le direzioni del racconto’. In qualche modo Gazzolo interpreta sé stesso : Dopo una vita spesa a fare del nostro idioma uno strumento di lavoro, un veterano del teatro nazionale si rimbocca le maniche a tributargli omaggio. Ed è un omaggio, il suo, frizzante quanto generoso, espresso con delicatezza appassionata e un’energia toccante ; sono ben ottantotto le primavere che quest’uomo regge sulle spalle…. Virginio Gazzolo assomiglia ad un maturo insegnante d’italiano in pensione che al giardino pubblico, alla fermata del bus o nella sala d’attesa del medico di base non chiede di meglio che attaccare bottone e partecipare al prossimo una meraviglia ed una gioia assolutamente personali dinanzi alla comune, quotidiana – e distratta – dimestichezza con questa lingua meravigliosa, ancorché funestata da neologismi orrendi ed anglicismi gratuiti. E nell’entusiasmo che lo prende, egli si agita, si sbraccia, si libera della cravatta, rimane in maniche di camicia… Gazzolo, poi, veste le cose di un’autorironia che non guasta, specie quando esce dal personaggio per aprire brevi e pertinenti siparietti con la platea. Un lavoro piacevole e vario, apprezzatissimo dal pubblico. (disegno luci : Gianni Colapinto ; responsabile tecnico : Nicola Santamato).

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Maggio 2024

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