Cronaca

Inverno umido… anche per i cari estinti

Pensare che i cari congiunti, ormai passati a miglior vita, possano giacere tranquilli (e asciutti) non è cosa fattibile … almeno nel cimitero di Bari. Numerose, infatti, sono state da alcuni mesi a questa parte le segnalazioni pervenute alle associazioni a tutela dei consumatori, ’Adoc’ in testa, da parte di cittadini che continuano a reclamare la cattiva tenuta dei loculi, ormai gravemente ammalorati ad alcune Confraternite. “Nei mesi scorsi – riferiscono dall’associazione a tutela dei consumatori pugliesi per eccellenza -, alcune anziane signore hanno chiesto il nostro intervento per cercare di risolvere situazioni spiacevoli che rendono ancora più dolorosa la visita al cimitero dei congiunti. E, a quanto ci riferiscono, le lapidi dei loro cari sono ricoperte da macchie scure e danneggiate gravemente dall’umidità”. Un’anziana associata Adoc che frequenta l’Arciconfraternita dei S.S. Medici c’ha tenuto a precisare che “dallo scorso novembre l’ascensore che permette l’accesso al piano inferiore della cappella non risulta funzionante … E quando ho reclamato mi è stato detto che dipende dall’umidità! Così, da mesi non posso scendere a pregare sulla tomba di mio marito e di mio figlio, perché ho difficoltà a deambulare e non posso usare le scale …” Le Confraternite interessate, tra le più antiche e radicate all’interno del cimitero del capoluogo pugliese, sono state tempestivamente contattate dall’Associazione regionale, ma le risposte sono state alquanto evasive … del tipo: “trattasi della normale usura del tempo”. Le giustificazioni addotte dai referenti delle Arciconfraternite non possono certamente costituire motivo sufficiente per non adoperarsi e risolvere una situazione che ormai da tempo lede i diritti dei cittadini, anche considerando che per il mantenimento degli ossari gli stessi versano annualmente delle quote associative. Precisa l’Associazione: “dalle Confraternite attendiamo ancora di conoscere precisamente i diritti vantati dai consociati che, di recente, hanno scoperto essersi modificati in pejus senza alcuna preventiva informazione”.I responsabili dell’Adoc, quindi, chiedono risposte chiare e un tempestivo intervento volto a ripristinare le condizioni dei loculi e a consentire l’accesso ai relativi locali. In difetto, le combattive signore sono pronte ad andare avanti per la tutela dei propri diritti, fino a consultare i propri legali, per il risacimento dei danni, morali e materiali.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 6 Febbraio 2013

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