Cronaca

Irccs “Giovanni Paolo II” di Bari: scontro sanitario o anche politico?

 

Non era mai accaduto prima nella storia ultra quarantennale della Regione Puglia che maggioranza e opposizione fossero concordi all’unanimità su un provvedimento in campo sanitario, come quello approvato giovedì scorso, durante l’ultima seduta del consiglio regionale. Infatti, nell’Aula di via Capruzzi è accaduto per la prima volta che una mozione presentata da un gruppo di opposizione, in particolare dal capogruppo del Movimento 5 Stelle, Antonella Laricchia, su una situazione di caos in cui – a detta dello stesso esponente penta stellato – verserebbe l’ospedale oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari,  ha sortito un effetto politico inatteso, ossia quello che tutti i partiti presenti nell’Assemblea regionale pugliese hanno condiviso la proposta del presidente della giunta regionale, Michele Emiliano, che dopo un lungo e severissimo intervento ha chiesto le dimissioni del Civ (Comitato di indirizzo e vigilanza) e del direttore generale dell’importante istituto medico di ricerca scientifica del capoluogo pugliese.  “L’Ircss Giovanni Paolo II – ha affermato Emiliano commentando l’esito consigliare – è un’opportunità straordinaria, l’unico istituto di ricerca e cura in materia oncologica. Purtroppo, questo istituto, anche per varie questioni relative al passato, ha una perdita di esercizio molto grossa e soprattutto non ha ancora la piena fiducia dei cittadini pugliesi, che continuano ad andare fuori regione per curarsi”. “Probabilmente – ha aggiunto il governatore – l’insieme di questi elementi ha determinato una conflittualità interna molto forte e, per la prima volta nella storia politica della Regione Puglia, il consiglio regionale ha approvato all’unanimità, accogliendo anche la mia richiesta, un ordine del giorno con il quale si invitata il Comitato di indirizzo e di vigilanza che consentano di rigovernare la situazione anche con il governo (ndr – nazionale), perché questo istituto è cogestito da Regione e governo”. Ed Emiliano ha poi concluso: “In questo modo noi ci auguriamo di poter riportare serenità e tranquillità soprattutto a chi in quel luogo non è interessato a sapere chi la spunta in una complessa vicenda politica o di carriera, ma soprattutto vuol essere curato. Questa è la mia responsabilità, il mio compito”. Ad allarmarsi per le notizie circolanti sulla particolare situazione dell’Oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari è il sindacato “Ussmo” rappresentativo di circa il 10% dei medici ospedalieri, che con un comunicato a firma del segretario regionale, Franco Lavalle, e del segretario interno all’Istituto ospedaliero in questione, Michele Guida, ha reso noto: “In una riunione di tutti i medici iscritti al sindacato, coordinata dal segretario aziendale dottor Michele Guida ed alla presenza del segretario provinciale dottor Giovanni Maurogiovanni e regionale dottor Franco Lavalle, i sanitari hanno voluto confrontarsi in merito al momento particolare che l’ospedale sta vivendo, risultando oggetto ogni giorno di articoli sui giornali di dubbia interpretazione”. Pertanto, prosegue la nota dell’Ussmo, “I medici, consci del loro lavoro quotidiano al servizio della Comunità ed espresso con un livello di professionalità che non è seconda agli altri Irccs nazionali, ritengono opportuno dare contezza alla gente di ciò che realmente è l’Istituto Oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari e cosa i medici fanno”. Ed a tal proposito sono stati resi noti una serie di dati relativi sia all’attività ospedaliera che a quella scientifica. La nota si conclude con l’invito dell’Ussmo “ai colleghi tutti dell’Ospedale e la Direzione Strategica, a farsi parte attiva nel concordare un giorno che non interferisca con la normale attività di lavoro (un sabato o una domenica) e mettersi a disposizione dei cittadini, sia per una visita guidata degli ambienti di lavoro e di ricerca, sia per rispondere a tutte le domande che la gente avrà piacere di rivolgere, anche su problemi di ordine clinico generali o personali”. Anche il consigliere regionale Pino Romano, presidente della III Commissione, quella della Sanità per l’appunto, è intervenuto con una dichiarazione sull’argomento, affermando: “Data la situazione in cui versa l’Ircss e l’urgenza di affrontare i problemi della governance dell’istituto proporrò all’ufficio di presidenza della Commissione da me presieduta, di discutere già nella seduta di mercoledì 14 la mozione sull’Oncologico e di sospendere per il tempo strettamente necessario il prosieguo dell’esame della proposta di legge per l’istituzione del Consiglio regionale delle professioni, già all’ordine del giorno della seduta di mercoledì 7”. “Ritengo opportuno – ha concluso Romano – privilegiare l’approfondimento della questione dell’Ircss rispetto ad un provvedimento del quale sono tra l’altro proponente, e che seguirà l’iter procedurale previsto”. Quindi, la battaglia apertasi sul futuro dell’Istituto ospedaliero “Giovanni Paoli II” di Bari è appena agli inizi. E lo scontro sostanzialmente è soprattutto interno alla struttura tra chi probabilmente punta ad un eventuale e possibile accorpamento dell’Oncologico con il Policlinico e chi, invece, vorrebbe che continuasse a rimanere ‘Istituto di ricerca’. La differenza? Nella prima ipotesi l’Ospedale rientrerebbe nel polo delle cliniche gestite esclusivamente dal Consorziale “Policlinico” e quindi da Regione ed Università di Bari. Nella seconda ipotesi la gestione, come spiegato pure da Emiliano, resterebbe sempre della Regione, ma in condivisione con il ministero della Salute e quindi con il governo centrale. Per cui, in definitiva, lo scontro non è soltanto di natura sanitaria, ma anche politico.

 

 Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 3 Ottobre 2015

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