Cultura e Spettacoli

‘Iroso’, l’ultimo degli ibridi

Frutto dell’accoppiamento dell’asino con la cavalla, il mulo è ibrido dalle caratteristiche preziose. Robusto, resistente alle malattie come nessun altro equino, docile, intelligente e longevo, questo ibrido sa adattarsi agli ambienti più sfavorevoli. In cambio si contenta di acqua e qualche chilo di fieno. Come animale da soma non ha avuto rivali in montagna sino all’ultimo dopoguerra, quando il progresso lo ha sostituito con mezzi di trasporto anche più efficaci ; ma in campo ippoterapeutico il mulo trova ancora utilizzo. Gli ultimi ad abbandonare i muli sono stati i militari. Nei reparti alpini queste bestie erano ritenute insuperabili nel trasporto di armi e munizioni. Gli esemplari più forti erano adibiti addirittura al trasporto del mortaio da 120 mm. (diversamente il trasporto a mano di quest’arma avrebbe richiesto l’impiego di almeno tre uomini). L’ultimo mulo delle salmerie alpine è rimasto ‘in servizio’ nella Brigata Cadore (7° Reggimento Alpini) di stanza a Belluno sino al 1993. La storia di Iroso, questo il nome del nostro quadrupede, merita una digressione. Quando la Brigata Cadore fu sciolta, tutti i muli vennero messi all’asta. Quale amarezza. Dall’oggi al domani una piccola mandria di animali fedeli e laboriosi decade a stock di merce da piazzare al miglior offerente. E nella consapevolezza che chiunque avesse acquistato quella decina di esemplari non avrebbe potuto far altro che avviarli al macello (il mulo tra l’altro fornisce ottima carne). Ma ecco un commerciante di legname ed ex alpino, avvisato per tempo, precipitarsi sul luogo dove si batta l’asta e vuotare le tasche pur di scansare alle povere bestie il destino di tutti gli equini. Che gesto. Divisi in un secondo momento tra amatori ed altri ex alpini, quei muli conobbero il privilegio della vecchiaia. L’ultimo a spegnersi (il 19 aprile di quest’anno) è stato Iroso, dicevamo. Classe 1979 e numero di matricola 212 (graffito sullo zoccolo), Iroso aveva raggiunto quest’anno, il 13 gennaio, la ragguardevole  età di 40 anni, che in termini umani corrispondono a 120. Un evento festeggiato ad Anzano, frazione di Cappella Maggiore, nel trevigiano, nel corso di un convegno di penne nere enfatizzato dall’intervento di una fanfara e dalla cerimonia dell’alzabandiera. Solo due anni prima, nel 2017, Iroso aveva preso parte all’Adunata Nazionale Alpina. E’ molto probabile che avesse sangue pugliese. Un tempo i muli migliori erano quelli prodotti incrociando l’asino di Martina Franca con la cavalla Murgese. Iroso avrebbe meritato un omaggio letterario alla stregua di ‘Platero y yo’, favola poetica che Juan Ramón Jiménez,​ poeta spagnolo premio Nobel nel 1956, dedicò a un asinello.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 26 Ottobre 2019

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