Jackie Kennedy, “Io sono il mio abito”
Di recente uno stuolo di ammiratori e di biografi è all’opera per far entrare nel mito anche Jacqueline Lee Bouvier, prima signora Kennedy, poi signora Onassis. Un contributo significativo viene da Elfriede Jelinek, autrice nel 2010 di ‘Jackie’. Da questo fiume di parole attinge Andrea Adriatico, autore di ‘Jackie e le altre’, un testo andato in scena al Kismet sabato scorso (produzione Teatri Di Vita). Quattro donne in divisa-Jackie (abito nero, sciarpa rossa, caschetto e gambe in evidenza) sfilano e dicono. Calde quanto manichini, algide, con distacco da quartiere-salotto alto, lente nel gesto, innaturalmente solenni, raccontano quella che vorrebbe essere l’epopea di una donna. In scena, quattro cubi e uno schermo. Intorno ai quattro esaedri si svolge l’azione che per sessanta minuti si conferma rigida, meccanica, geometrica (si sale, ci si siede, si sta anche in piedi, si scende, si cambia di posto…). Alle spalle delle quattro mannequin-interpreti scorrono immagini che illustrano la parabola ‘kennedyana’ di questa donna, dal giorno del matrimonio a quello del funerale di John. Ne viene un quadro irritante e falso che invece di celebrare un personaggio da jet-set come forse sarebbe nelle sue intenzioni, disegna involontariamente (svelandola) la figuretta di un’arrivista premiata dalla sorte ben oltre i propri meriti. Condito da pillole di saggezza e aforismi innocui, ‘Jackie e le altre’ narra con spenta noncuranza il taglio che la Bouvier (discreta attrice) diede al suo personaggio : quello della primadonna. In mezzo trovano spazio non pochi pettegolezzi e rare ammissioni (l’uso di droghe, qualche intrigo). Non una parola su killer e mandanti. Quanto all’affaire-Monroe, è liquidato con sufficienza e sottile arroganza in un contesto di panni lerci, disinvoltamente sventolati in piazza. Infine, il tema del look : Una fissa che porta la protagonista a dire ‘Io sono il mio abito’; e difatti si parlava più dei suoi vestiti che di Jackie. Insomma, sotto il vestito niente, volendo parafrasare il titolo del romanzo di Marco Parma ambientato nel mondo della massima espressione di vanità, quello dell’alta moda. Tiepida l’accoglienza della platea per Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin’s e Selvaggia Tegon Giacoppo. – Prossimo appuntamento al teatro di Strada San Giorgio, sabato prossimo 21 novembre. In cartellone, ‘Medea – è una commedia il mio spettacolo’ (produzione Casa Teatro / Teatri di Bari). Ideazione e regia : Lello Tedeschi in collaborazione con Piera Del Giudice. In scena : Piera del Giudice, Lucia Lofoco, Anna Patruno, Gabriele Carusi e Vito Piemonte.
Italo Interesse
Pubblicato il 19 Novembre 2015