Cultura e Spettacoli

Jago l’eterno, il Vangelo blasfemo

l’Otello è una sorta di palindromo : Si presta ad essere letto anche al contrario, nel senso che, invertiti i sessi, la sua forza resta inalterata. Chi ne fosse curioso, si rechi domenica 30 ottobre al teatro Don Sturzo di Bisceglie dove, per la regia di Tonio Logoluso (che cura pure un’abile adattamento del testo shakespeariano) la compagnia Scena 84 mette in scena ‘Il Vangelo secondo Otello’ nell’ambito della stagione  2016/2017. Un trono, un inginocchiatoio e un pulpito – questi i pochi elementi scenici – sono distinte espressioni della negatività del potere, questa ossessione che rosicchia il potente come chi agogna a diventarlo, che chiama a furiosi faccia a faccia con la coscienza, che piega ognuno alla necessità di non dire pubblicamente quello che pensa. L’onestà al potere non paga. Chi non si attiene alle regole del gioco più sporco della Storia, ne paga il prezzo. Ne sanno qualcosa Otello, Desdemona, Cassio ed Emilia. E’ un caso che proprio Jago non muoia in scena? Conservata la femminilità delle sole Desdemona ed Emilia, Logoluso compone una fosca sinfonia all’inverso che si sviluppa asciutta e nervosa, più dura che tagliente. Il fatto di vedere donne dove per tradizione ci sono uomini non fa più specie dopo qualche minuto. Dopotutto, Otello e Jago, prim’ancora d’essere uomini, sono archetipi della stupidità e della perfidia umana. Che a vestirne allora i panni siano uomini, donne o vie di mezzo diventa a questo punto un dettaglio. Ciò che invece fa la differenza è la forza delle interpretazioni, la capacita degli/delle interpreti di calarsi in questi archetipi e farne detonare la potenza. Le molto brave Silvia Cuccovillo, Ketty Volpe, Lidia Pentassuglia e Marzia Colucci riescono nell’impresa e vincono una sfida importante. Logoluso gioca coi colori. Otello è una macchia scura chiusa nella stretta di un bianco ambiguo. Di bianco veste una sposa innocente e del medesimo candore si paluda anche il più fido consigliere… (efficace l’abito di Jago che lo fa somigliare ad una figura a metà strada fra l’amministratore da colonia britannica fine Ottocento e la scintillante star di un teatro di Broadway). E poi l’abbinamento buio/sangue, ovvero il nero/rosso che a seconda dei casi veste ora Emilia, ora Cassio… Il tutto in uno scenario scarno e livido nel quale rancorosi, lacerati o increduli si muovono fantasmi di uomini e donne morti già prima della levata del sipario. Solo Jago, l’eterno, non conosce fine o principio. Alla visione già tenebrosa di Shakespeare, Logoluso aggiunge col suo ‘Vangelo’ un tocco blasfemo che inaridisce la speranza. – Direttore di scena :  Amedeo Russi : costumi : Angela De Cillis.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 11 Ottobre 2016

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