Jakob senza saperlo rappresentò Rosa
La pittura ad olio che illustra le presenti righe reca la firma di Jakob Schikaneder, noto anche come Jakob, un pittore ceco vissuto a Praga tra il 1855 e il 1924 e conosciuto per i suoi dipinti in esterni, dalle tinte morbide e in chiaroscuro, spesso raffiguranti soggetti poveri ed emarginati. Tra i soggetti prediletti di Jakob erano gli angoli e i vicoli della Praga povera. La monumentale tela in questione, che misura 203 x 321 cm., e conservata nella “National Gallery in Prague”, ha un titolo inquietante : ‘Morte in casa’… Vi è riprodotto un clamoroso fatto di cronaca occorso in una stradina interna di Praga e di cui l’artista fu testimone come passante : La donna, accoltellata a morte dal marito, con le ultime forze si era trascinata oltre la soglia di casa, accasciandosi esanime per strada. La tela, che vinse un importante premio ad un’esposizione di Berlino, viene ritenuta una delle migliori espressioni pittoriche ispirate al tema del femminicidio (e risale al 1890…). La posa della donna ritratta da Schikaneder riporta alla memoria altro fattaccio, risalente tre secoli prima e che ci tocca da vicino. Al curioso che si aggiri per Molfetta vecchia non può sfuggire una targa dove si legge : “A Rosa Picca, che nel sacco di Molfetta presa d’assalto da’ francesi a 18 di luglio del 1529 fuggì la violenza d’un soldato precipitandosi volontaria dal tetto di sua casa, il Municipio pose questa memoria nel 1890 per onorare il nome dell’eroica donna a cui più della vita fu cara la pudicizia”. Proviamo a immaginare la scena : In mezzo a un baccano disperato di spari, tonfi, urla e richieste d’aiuto, un soldataccio batte col calcio del fucile contro una porta debolmente barricata con miseri arredi. Una donna intrappolata stringendo in pugno il rosario si rifugia sul terrazzo, dove presto la raggiunge il bruto in divisa, eccitato all’idea d’uno stupro da chiudere impunemente con un taglio secco alla gola. E Rosa impotente, prossima, sicura vittima. Ma il soldataccio non ha fatto i conti con l’orgoglio di Rosa. Rosa e il coraggio, Rosa e la dignità. Che fare se non c’è via di scampo ? Che orgoglio, Rosa. Un volo breve, un tonfo secco ed ecco che in un amen un’innocente (un’altra) si volge in una sagoma immobile nella polvere. Il pennello di Jakob sembra aver ritratto proprio lei… Inutile sperare di sapere qualcosa di più, la Storia non aggiunge altro a proposito di questa donna o ragazza. Rosa Picca non poteva appartenere alla nobiltà. Diversamente, avrebbe avuto solenne sepoltura in qualche chiesa e oggi la sua memoria sarebbe motivo di culto o giù di lì. Rosa Picca faceva parte del popolo, forse di quello ‘basso’, perciò non ‘fece storia’ e le sue misere spoglie dovettero conoscere il grigiore di una fossa comune. Molfetta le ha dedicato una strada. Pochino.
Italo Interesse
Pubblicato il 1 Dicembre 2022