Cultura e Spettacoli

Kraus, Haydn e Mozart nel respiro sinfonico di Sardelli

All’insegna del buon gusto e della profondità di senso la ripresa di stagione del teatro Petruzzelli

All’insegna del buon gusto e della profondità di senso la ripresa di stagione del teatro Petruzzelli, con il concerto di sabato scorso 7 settembre diretto da Federico Maria Sardelli e dedicato alla musica di Kraus, Haydn e Mozart. Sono stati eseguiti l’Ouverture to Olympie di Joseph Martin Kraus, la Sinfonia n. 39, in sol minore di Franz Joseph Haydn, la Sinfonia n. 59, in La maggiore, “Fuoco” di Franz Joseph Haydn e la Sinfonia n. 25, in sol minore di Wolfgang Amadeus Mozart. Sicuramente Haydn ebbe modo di conoscere le grandi capacità, il talento e l’ equilibrio di Kraus, come si evince dall’attacco del primo movimento della sinfonia n. 39, che nella complessità della sua dialettica espressiva,  sembra richiamare perfettamente alla conclusione della ouverture to Olympie di Olympie. Particolarmente coinvolgente l’esecuzione del terzo movimento della sinfonia n. 39 di Haydn, che preannuncia il clima tempestoso che caratterizza, in virtù di potenti contrasti di forze musicali dinamiche, il quarto movimento. L’effetto nella sua complessità venne definito ‘sturmisch’, ed è considerato un elemento nuovo del repertorio haydniano, in un momento storico cruciale in cui la sinfonia si stava trasformando in un genere alto e rappresentativo della complessità dell’umano. Dopo l’esecuzione della prima opera di Hayden, nel secondo tempo, la maestria di Sardelli ci traghetta dalla tempesta al ‘Fuoco’, una sinfonia la 59, caratterizzata da un’abbagliante vena di classicismo, non privo però di inattese suggestioni. Si articolano nei quattro movimenti una tensione che sembra via via dissolversi per ristabilire l’armonia cosmica che regna nel creato, che però, attraverso l’esecuzione dei due movimenti centrali, rimane comunque sullo sfondo, quasi a suggerire una precarietà incapace di conferire certezze. Perfetta infine l’esecuzione della sinfonia n. 25 di Mozart. Composta nel 1773 e ad oggi considerata il primo grande capolavoro di Amadeus. Soprannominata la piccola, rispetto alla n. 40, detta la grande, ma alla quale è accomunata dalla ripresa, in maniera insolita per l’epoca, dalla tonalità minore, e caratterizzata da uno slancio impetuoso e drammatico che la rende unica nel suo genere. Il primo meraviglioso movimento si espande nell’aggraziata armonia di oboe e archi, preannunciando il tormento in un incedere discontinuo e doloroso: il secondo movimento è frammentato e carico di un inquietante ma speranzoso senso d’attesa, mentre il terzo movimento tenta di alleggerire una tensione creata in maniera costante dai primi movimenti, fino al climax del quarto ed ultimo movimento, che non è altro che un confermare le complesse dinamiche fatte di triste consapevolezza e turbamento dell’essere umano. Ampio e spettacolare il respiro che si coglie nella direzione di un grande maestro come Sardelli, direttore d’orchestra, flautista, noto per il suo scrivere nello stile e nello spirito dell’amato barocco, ricreandone l’audace e intensa originalità dell’epoca. Musicologo e compositore, che ha saputo accogliere e trasmettere al pubblico nei rapidi e perfetti gesti delle sue braccia il senso profondo della musica di tre giganti della nostra storia. Dopo il concerto, è andato in onda su Rai 5 Aus Italien, con la puntata dedicata al compositore Carlo Boccadoro.

 

Rossella Cea

 

 


Pubblicato il 10 Settembre 2024

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