Cronaca

L’ aumento dei costi di produzione grava su frutta e verdura

L’ aumento dei costi di produzione causa a sua volta ripercussioni su quelli di frutta e verdura più o meno nella misura del venti per cento. Lo ricava il Quotidiano in questo giro di interviste. I rincari ovviamente colpiscono la merce che arriva da lontano, specie dal Nord e dalla Sicilia (ortaggi). Partiamo con Luigi Piepoli, bitontino, titolare nella città dell’olio di un qualificato e noto punto vendita al mercato della frutta: “Inutile nasconderci che un aumento vi è stato. Questo dipende da vari fattori. Prima di tutto che per coltivare ci vuole l’acqua e i pozzi funzionano con l’energia elettrica. Siccome le bollette sono cresciute di tanto è ovvio che l’ attività di irrigazione a sua volta abbia subito una impennata dei costi. A questo aggiungiamo il gasolio agricolo che pure è aumentato e quello per i trasporti su gomma. Dunque se sui prodotti a km zero tutto sommato sono rimasti nella norma, sono però cresciuti i prezzi di quelli che arrivano la lontano, penso a ortaggi e arance siciliani di Vittoria. Se prima una pedana costava 60 euro, oggi vale 110 idem per la frutta dal nord. In più, sempre a causa dei costi, non arriva la frutta dalla Spagna e in particolare le fragole che avevano costo più basso delle nostre. Però, per favore smettiamola col luogo comune del contadino sfruttato che vende a quattro soldi, non è vero”. Stessa situazione viene denunciata a Bari dalla rinomata frutteria (e salumeria) Francesco D’ Alba in via Abate Gimma. Dice il titolare signor Francesco: ” Effettivamente segnaliamo un incremento dei prezzi di circa il venti per cento su frutta ed ortaggi. Lo si deve ad alcuni fattori come il costo della luce che influisce sui pozzi di irrigazione , sul gasolio agricolo e sui trasporti della merce da posti lontani, ad esempio la Sicilia dalla quale arrivano melanzane, pomodori, peperoni. La gente dal canto suo, giustamente, tende a risparmiare perchè si è impoverita e noi facciamo di tutto per andare incontro alle esigenze dei clienti, però è difficile, mi creda”. Stesso discorso dalla frutteria Lieggi: “Gli aumenti ci sono, ma tutto sommato risultano contenuti. I problemi derivano dal costo elevato dei trasporti e dall’ energia elettrica per l’ irrigazione. Tutto cresce, ma non gli stipendi della gente che cerca di risparmiare. Dal canto nostro non possiamo elevare troppo i prezzi”. In controtendenza due altri negozi di frutta. Alla frutteria Rizzi dicono: “Non segnaliamo al momento aumenti particolari. Un po’ di speculazione c’è, ma è roba quasi fisiologica”. Ed ecco che cosa dicono alla frutteria Cellamare: “Per il momento niente di che sulla frutta e la verdura locali. Io tutti questi aumenti non li ho visti. Indubbiamente se la gente vuole le primizie come i fagiolini fuori stagione è ovvio che li deve pagare e anche molto”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 31 Marzo 2022

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