L’8 settembre e la Resistenza in Puglia
All’indomani dell’8 settembre 1943, mentre il Regio Esercito andava allo sbando, la reazione della Wermacht non si faceva attendere. La Puglia ne sa qualcosa avendo dovuto patire la rabbia delle truppe germaniche in ripiegamento verso nord. In quei giorni convulsi si registrarono tre episodi sanguinosi. Il più celebre rimane quello di Barletta, dove per rappresaglia alla morte di due camerati caduti in un’imboscata i nazisti fucilarono dodici persone (le persone messe al muro erano tredici, ma una di queste, rimasta ferita dalla scarica e coperta dal corpo degli altri sventurati, fu dopo messa in salvo da alcune donne). Affatto note sono le stragi di Murgetta Rossi nell’agro di Spinazzola e di Santa Maria Valle Cannella a poca distanza da Cerignola. Della prima si ignora la data, si presume però che l’eccidio abbia avuto luogo fra il 15 e il 18 settembre. Il vuoto di memoria si spiega col fatto che solo nel 1945 nella stessa località furono rinvenuti, coperti dalle pietre di un muretto fatto crollare apposta, le salme di 22 sbandati italiani rimasti senza nome (le salme si presentavano prive di documenti e quasi completamente spogliate di quanto avevano addosso). Il secondo fattaccio, forse ad opera dello stesso reparto tedesco responsabile della fucilazione di Murgetta Rossi, avvenne come già detto nel territorio di Cerignola il 25 settembre. Anche qui le vittime (11 in tutto) erano soldati del Regio Esercito che nei giorni precedenti erano stati fermati dai nazisti e dagli stessi trattenuti in attesa che dall’Alto Comando Germanico giungessero indicazioni sul da farsi. Di quegli undici disgraziati furono riconosciuti soltanto otto. Tra questi compariva un inglese (un prigioniero di guerra evaso, un guastatore, un elemento dell’Intelligence?). Un altro inglese, tale Parker, essendosi qualificato come prigioniero evaso al momento della cattura, fu invece dirottato verso un campo di concentramento tedesco. Non sempre però si subì. A Bari si fece resistenza al comando del Generale Bellomo e i tedeschi dovettero desistere dal distruggere le infrastrutture portuali e di radio comunicazione. Il 1° ottobre dodici abitanti di Serracapriola persero la vita nel tentativo, andato a buon fine, d’impedire ai tedeschi in ritirata la distruzione della città. Quattro giorni dopo a Celenza Valfortore un maresciallo di artiglieria, Nicola Sernia, alla testa di una banda partigiana attaccava i tedeschi nell’intento di disarmare i campi di mine stesi per rallentare l’avanzata alleata. “Dopo un violento corpo a corpo riusciva a sopraffarli sbloccando la strada Archi-Celenza Valfortore. Benché ferito ed esausto per la lotta, sostenuto da indomita volontà, sotto il tiro delle artiglierie nemiche provvedeva a disarmare le mine che ostruivano la rotabile e nel generoso tentativo trovava fine gloriosa”. (dalla motivazione di conferimento della medaglia d’oro al valor militare)
Italo Interesse
Pubblicato il 8 Settembre 2016