Cultura e Spettacoli

La bananiera di Tito

Da anni è ormeggiata alla diga foranea del porto di Fiume una nave di 5377 tonnellate di stazza lorda varata nel 1937. Ottantacinque anni di vita per una nave sono un’eternità, specie se vissuti con la burrascosa intensità della Galeb. Ad oggi museo galleggiante, la Galeb fino al 1989 fungeva da panfilo di Stato. Nel 1952 si chiamava Mornar e in qualità di incrociatore faceva parte della Marina Militare Jugoslava. Precedentemente, battezzata Klebitz, era stata un posamine tedesco, già incrociatore ausiliario della Regia Marina… Nave ‘trasformista’, l’attuale Galeb ha origini umili. Nacque infatti come nave ‘bananiera’. Nella seconda metà degli anni trenta il Ministero delle Colonie del Regno d’Italia, avendo la necessità di trasportare nel territorio metropolitano le banane prodotte in Somalia, diede ordine all’Ansaldo di costruire quattro unità dotate di autonomia sufficiente a effettuare il percorso da Mogadiscio a Napoli senza soste intermedie e a pieno carico. In base a queste necessità furono costruite 4 navi frigorifero che dovevano essere gestite dalla Regia Azienda Monopolio Banane (RAMB). Una di queste, la futura Galeb, era la Ramb III. Come nave bananiera navigò poco. Con l’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale la Ramb III venne trasformata in incrociatore ausiliario. Prese così il via la sua straordinaria avventura di guerra. Fece da scorta a convogli, trasportò truppe, prese parte a scontri, venne silurata, patì bombardamenti, andò a fondo, infine. Nel 1947 al termine della guerra fu recuperata dai fondali di Fiume, dove giaceva dal 1943. Ribattezzata Mornar, entrò a far parte della marina militare jugoslava come nave scuola. Nel 1952, sottoposta a lavori di trasformazione, la nave cambiò nome e funzione : era nata la Galeb nave di rappresentanza del Maresciallo Tito (nell’immagine, a bordo). Conosciuta anche come ‘Nave della Pace di Tito’, la Galeb svolse funzione diplomatica sino al 1980, anno della morte di Tito. In questa veste navigò per 549 giorni, 308 dei quali con Tito a bordo, percorrendo 86.062 miglia, visitando 18 stati di tre continenti e ospitando 102 tra capi di Stato e di governo. Con la dissoluzione della Jugoslavia, la nave fu messa all’asta. Acquistata da un armatore greco avrebbe dovuto ridiventare uno yacht per crociere di lusso. Il progetto non andò in porto e la Galeb tornò a languire. Nel 2006 stava per essere venduta come rottame quando il governo croato intervenne a impedirne la demolizione dichiarando la nave patrimonio culturale nazionale. Autorizzata all’acquisto per soli 150mila dollari, la municipalità di Fiume si assicurò la Galeb col disegno di restaurarla e farne un museo galleggiante in ormeggio permanente. Il restauro procede con lentezza per la difficoltà di reperire fondi.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 18 Giugno 2021

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