La Banda Rossa di Ferdinando Del Re
Nell’Ottocento, nel nostro Mezzogiorno, chi avesse a cuore gli studi e se lo potesse permettere non aveva che una meta: Napoli. La lista dei talenti costretti all’emigrazione interna per vedere valorizzate le proprie potenzialità è chilometrica. In essa trova un posticino anche un compositore pugliese di cui ricorre oggi il 182° anniversario della nascita e al quale la morte prematura precluse una carriera che si annunciava brillante. Nato a San Severo il 16 aprile 1839 (e nella sua città si sarebbe spento il 16 gennaio 1887), Ferdinando del Re fu apprezzato compositore. Nonostante sin da bambino avesse mostrato una spiccata predilezione per la musica, la famiglia consentì che completasse gli studi nella capitale ma solo per laurearsi in Legge. A casa Del Re non volevano sentir parlare di Conservatorio. Ma non avevano fatto i conti con la tenacia di Ferdinando il quale in gran segreto chiese e ottenne l’ammissione al prestigioso Conservatorio di San Pietro a Majella. Negli anni napoletani compose ‘Anacreontiche. Album per camera in chiave di Sol’, e iniziò a lavorare a una riscrittura melodrammatica in quattro atti de ‘La battaglia di Benevento’ (il famoso romanzo storico di Francesco Domenico Guerrazzi). La composizione fu portata a termine nel 1866, quando del Re fu nominato Capo Musico del Reggimento nel quale si era arruolato come volontario. Terminato il servizio militare, del Re fece ritorno a San Severo, dove perfezionò il suo melodramma che, col nome di ‘Manfredi di Svevia’, andò per la prima volta in scena nel locale Teatro Comunale il 16 luglio 1877.Al successo, clamoroso della prima fecero seguito a grande richiesta altre tre repliche. Sembrava giunto il momento del decollo per Del Re. Col contributo economico del Comune di San Severo l’allestimento poté approdare al Mercadante di Napoli. Ma dopo due serate di buona accoglienza (grazie anche ad una claque tutta sanseverina giunta nella capitale come ultras al seguito), alla vigilia della terza rappresentazione l’impresario si rese inspiegabilmente irreperibile. Non essendoci più di che pagare orchestrali e cantanti, la compagnia dovette sciogliersi e lo spettacolo fu cancellato dal cartellone. Non si è mai capito cosa successe. Qualcuno brigò per danneggiare il Del Re ? Se sì, il complotto partiva dalla stessa San Severo… Il ‘Manfredi di Svevia’ non fu più rappresentato. Deluso, il Maestro tornò alla direzione e alla composizione bandistica. In questa veste raggiunse la massima notorietà fondando nel 1883 e dirigendola sino alla morte la Società Promotrice Musicale di San Severo, secondo altre fonti Banda Filantropica di San Severo, altrimenti nota come ‘Banda Rossa’ (nell’immagine, De Re è riconoscibile al centro, seduto, con la bombetta in mano). L’appellativo trovava giustificazione nel fatto che nello stesso periodo a San Severo era attiva la rivale ‘Banda Bianca’. La rivalità, assai accesa, che divideva i due complessi era legata al credo politico: nella Banda Rossa, legata alla famiglia Fraccacreta, confluivano musicanti di fede socialista, invece in quella Bianca, legata alla famiglia Masselli, suonava gente di credo conservatore. Ferdinando del Re era dunque di fede socialista. Lo era già all’epoca del suo trionfo a San Severo col ‘Manfredi di Svevia’. Questo ‘difetto’ (questione di prospettiva politica) dovette alienargli antipatie in alto loco. Le stesse antipatie manovrarono il ‘fattaccio’ di Napoli ? Duole non poterlo stabilire.
Italo Interesse
Pubblicato il 16 Aprile 2021