Cronaca

La beffa del Pnrr tra ‘foresterie’, aspiranti braccianti e caporali

Siamo alle solite: la raccolta delle ciliegie, ma anche di angurie e pomodori è nelle mani di chi sfrutta una manodopera prelevata quasi per intero dai ghetti di cui è ancora ricca la nostra Puglia. L’allarme lo rilancia Flai/Cgil Puglia che punta il dito sui caporali ancora liberi di spadroneggiare che, ovviamente, ringraziano. “Sono circa 34mila i lavoratori stranieri certificati negli elenchi nominativi dell’INPS nell’anno 2021. Oltre 15 mila invece sono gli invisibili delle campagne di raccolta che nella stragrande maggioranza dei casi popolano i 40 ghetti e luoghi informali presenti sul territorio regionale. Turi in provincia di Bari, Nardò nella provincia di Lecce, eppoi San Ferdinando o Bisceglie nella BAT, passando per l’area occidentale della provincia di Taranto che presenta fenomeni di sfruttamento poco visibili, ma fortemente presenti, per giungere alla vergogna delle vergogne dei ghetti di Rignano Garganico e dalla “pista” di Borgo Mezzanone. Tutti lavoratori pronti a rischiare la vita nei momenti di caldo estremo che anche quest’anno si farà sentire sui campi pugliesi”, attacca a testa bassa Antonio Gagliardi, segretario generale Flai/Cgil Puglia dopo la denuncia sulle condizioni di vita e di accoglienza dei braccianti di Turi impiegati nella raccolta delle ciliegie. “Da un lato – continua Gagliardi- la Regione Puglia ha annunciato circa 114 milioni dei 200 milioni di euro rivenienti dal PNRR destinati ai Comuni italiani per smantellare i ghetti della vergogna, per battere il caporalato e lo sfruttamento dei lavorati nel settore agricolo; dall’altro si investono proprio a Turi circa 158 mila euro per allestire una “foresteria” da 120 posti con gazebo tipo “festa patronale” e con la beffa di dover riconoscere al Comune che “accoglie” una tassa di 1 euro al giorno. E intanto caporali e sfruttatori ringraziano, pronti a offrire i servizi minimi: acqua, cibo, materassi lerci su cui riposare dopo dodici-quattordici ore di lavoro nei campi, lucrando in maniera spinta sugli invisibili che si trovano in una condizione di estremo bisogno. Basta fare un breve giro intorno alla struttura del comune barese durante le ore notturne, poco prima dell’alba, per osservare l’intenso via-vai di furgoni pronti a caricare centinaia di “aspiranti braccianti” che nell’area circostante bivaccano in mini-tende da campeggio, senza alcun tipo di servizio. Tutta forza lavoro straniera in attesa d’un ingaggio, fatta arrivare apposta per raccogliere le ciliegie; mai come quest’anno numerose aziende hanno la necessità di abbassare il costo della manodopera, fortemente pressati dalla scarsità di manovalanza locale e dall’esigenza di comprimere al massimo i costi alla produzione. E altri lavoratori da sfruttare presto arriveranno”. Che dire? Da sempre le grandi raccolte stagionali richiamano manodopera straniera attraverso dinamiche ben collaudate e ampiamente conosciute: “dove la domanda è elevata – spiega ancora il segretario Flai/Cgil – sono gli stessi lavoratori che fanno il passa-parola ai colleghi, chiamandoli da altre regioni, stimolati dai loro datori di lavoro o dagli stessi caporali; ragione per cui non si può parlare di “effetto sorpresa”. “Fino a quando si continuerà a ignorare la necessità della piena applicazione della legge 199/2016 di contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato -conclude Gagliardi- che traccia buone prassi da attivare presso le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità istituite presso le sedi INPS provinciali e non ci sarà una visone reale da parte di tutti gli attori pubblici e privati su come affrontare una filiera agricola fortemente sbilanciata sui profitti degli intermediari, assisteremo all’assegnazione di risorse pubbliche nella rappresentazione classica dell’elegante che partorisce il topolino”. Gli strumenti normativi esistono, si tratta di agire, senza nemmeno potersi nascondere dietro al dito e dire che il problema è nuovo. E va studiato a fondo.

Francesco De Martino


Pubblicato il 7 Giugno 2022

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