Cronaca

La “buona scuola” pugliese tra povertà e mancanza di asili nido

Secondo l’ultimo Rapporto “Illuminiamo il futuro 2030 – Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa” nell’ambito della Campagna “Illuminiamo il futuro”  emerge che in Puglia 1 adolescente su 4 non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica, quasi 1 su 6 in lettura. Solo il 4% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruisce di servizi integrativi, l’84% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 74% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali. Il 55,7% dei minori tra i 6 e i 17 anni non ha letto neanche un libro lo scorso anno, il 75,4% non ha visitato un sito archeologico, il 70 % non ha visitato un museo e il 57% non ha svolto alcuna attività sportiva. La ricerca, che fornisce dati ed elaborazioni inedite, propone 3 Obiettivi entro il 2030 per sradicare la povertà economica ed educativa di milioni di minori. A supporto dei bambini e degli adolescenti in condizioni di deprivazione socio-culturale, Save the Children ha aperto 13 “Punti Luce” in 8 regioni, di cui 2 in Puglia, a Bari e a Brindisi, e finora ha coinvolto rispettivamente 450 e 150 minori in attività culturali, sportive, ricreative e ludiche. Il Direttore Generale di Save the Children- Valerio Neri – sottolinea come <>.  Anche la qualità degli edifici scolastici è fondamentale per lo sviluppo delle capacità di apprendimento. Tuttavia, in Puglia, il 68% degli alunni di 15 anni frequenta scuole con infrastrutture insufficienti. Infatti il Rapporto rileva che in Italia il 45% dei ragazzi che hanno aule con connessioni internet carenti non raggiunge le competenze minime in matematica e il 41% in lettura, percentuale che scende al 28%  se le aule sono ben connesse; in Puglia la percentuale di aule non connesse raggiunge il 29%. Triste primato della nostra Regione anche per quanto riguarda le attività extrascolastiche: il 91% degli studenti pugliesi (di età media 15 anni) frequenta scuole che non prevedono attività extracurricolari e/o sportive. Infatti delle differenze consistenti sono state rilevate tra i ragazzi che svolgono attività sportive e chi non può permettersele: il 52% degli adolescenti (ragazzi e ragazze) che non pratica sport non raggiunge le competenze minime in matematica e il 43%  in lettura, contro i rispettivi 35% e  29% di chi lo pratica. Inoltre la Puglia viene bocciata anche da un’indagine dell’Osservatorio nazionale prezzi e tariffe di “Cittadinanzattiva” sugli asili nido comunali che risultano avere liste di attesa che sfiorano il 20% con un costo in media di 224 euro al mese a famiglia. La nostra regione nel 2014 ha subito il più alto incremento delle rette di tutta Italia (fa peggio solo la Calabria): + 5,2% rispetto al 2013 quando la tariffa media era di 213 euro al mese. L’aumento medio in un anno è stato di 11 euro come accaduto a Foggia che balza in testa alle città pugliesi più onerose, con una tariffa media mensile di 261 euro (contro i 201 euro dell’anno precedente). Ma il problema oltre all’aspetto economico è soprattutto infrastrutturale. I nidi pubblici pugliesi sono 208 con 7.080 posti mentre le strutture private sono 356 con 7.192 posti. Nei capoluoghi di provincia si contano 20 strutture comunali con 1.061 posti e una lista d’attesa del 17%. Ancora una volta Foggia batte il record negativo con un  solo asilo nido comunale con 60 posti disponibili e liste di attesa del 29%. Subito dopo c’è Bari con sei asili nido per un  totale di 360 posti e una lista di attesa pari al 25%, seguita da Brindisi con cinque asili comunali per un totale di 257 posti e una lista di attesa del 18%. Ancora una volta il paragone con i servizi offerti nel centro-nord d’Italia non regge nemmeno sulle ore di frequenza: l’85% dei capoluoghi garantisce il tempo pieno, mentre Bari, Brindisi e Lecce garantiscono solo l’orario ridotto a 6 ore. Sarebbe stato interessante chiedere al Presidente del Consiglio Matteo Renzi (se non avesse snobbato l’inaugurazione della Fiera del Levante per seguire un evento sportivo negli Stati Uniti) come intendesse diminuire questo divario tra nord e sud d’Italia attraverso il piano scolastico previsto dal suo Governo e denominato appunto “La buona scuola”.

 

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 18 Settembre 2015

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