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La “cara Tari” di Decaro per il servizio d’igiene a Bari

A Bari il numero di utenze che produce rifiuti solidi urbani da smaltire va giù, ma la Tari (la tassa comunale per il servizio d’igiene) paradossalmente va su. Infatti, l’importo della Tari da pagare al Comune per l’anno 2016 è stato aumentato in media dell’11% dall’Amministrazione guidata dal sindaco Antonio Decaro, che ha giustificato l’incremento sia con il fatto che nel 2016 le utenze domestiche, che concorrono al pagamento del servizio, sono diminuite di circa 6mila unità e quelle commerciali di oltre mille, sia con l’aumento del costo per tonnellata di rifiuti dello smaltimento in discarica. Sta di fatto che l’importo Tari a carico di una famiglia barese è mediamente di 350 Euro, mentre la media nazionale della Tari a carico delle famiglie nelle grandi città è molto più bassa, essendo mediamente di 295 Euro, secondo quanto emerge da uno studio statistico della Uil e della Cgia Mestre. Ancor più pesante da sopportare a Bari è invece la Tari per le attività commerciali. Infatti, per un ufficio barese di medie dimensioni (150 mq), la tassa per i rifiuti raggiunge la ragguardevole cifra di circa 1.100 euro l’anno.  A far notare il livello di esosità della Tari nel capoluogo pugliese sono 5 consiglieri comunali di opposizione (Carrieri, Di Paola, Melchiorre, Melini, Romito) che, con un volantino fatto distribuire recentemente in città, hanno ricordato ai baresi che la Tassa rifiuti quest’anno è ancora aumentata (anche se in molti casi i bollettini di versamento non sono ancora arrivati) del 12%, dopo che negli ultimi 5 anni era già aumentata del 25%. E dal 2010 l’incremento è ancor più pesante, perché arriva al 67% in più. I cinque rappresentati di opposizione nell’aula “Dalfino” nel volantino hanno pure denunciato che l’esosità della Tari a Bari è, secondo loro, addebitabile al ritardo con cui l’Amiu Puglia, l’Azienda partecipata comunale barese per l’igiene e smaltimento dei rifiuti urbani, sta procedendo alla realizzazione del sistema di raccolta “porta a porta” e, quindi, alla notevole riduzione della quantità di rifiuti indifferenziati ed al contestuale innalzamento di quelli differenziati che non finiscono in discarica, ma entrano nel cosiddetto ciclo virtuoso del riciclo, ossia della cosiddetta “green economy”. Un sistema, quello del “porta a porta”, che consentirebbe una tariffazione incentivata e puntale, poiché effettivamente gli utenti pagherebbero quanto inquinano. “A Bari invece siamo ancora al sistema di raccolta dei rifiuti con cassonetti stradali” si denuncia nel volantino fatto diffondere in città dai citati esponenti dell’opposizione, che proseguendo nella critica all’Amministrazione Decaro rilevano pure che la mancata attuazione del “porta a porta” crea anche “grave pregiudizio al decoro urbano (la città diventa una discarica a cielo aperto) e all’igiene urbana (miasmi/topi/percolato in strada/etc)”. Infatti, dopo aver fatto presente che in molti Comuni italiani sono anni che è già in vigore la “raccolta porta a porta” e della differenziata che raggiunge percentuali che superano il 60%, con benefici notevoli per i cittadini sia a livello d’igiene urbana che di risparmio sulla Tari. A Bari, invece, si rileva inoltre nel volantino, “lo smaltimento dei rifiuti avviene ancora per il 65% in discarica. E solo il 35% dei rifiuti è raccolto in maniera differenziata, anche se non si hanno dati certi circa i rifiuti effettivamente recuperati e re-immessi nel ciclo economico (c.d. economia circolare)”. Ma si denuncia pure che “praticamente inesistenti sono invece gli incentivi per la raccolta differenziata, così come le iniziative per la riduzione dei rifiuti, che anzi si incrementano (nel 2013 la produzione procapite di rifiuti dei baresi era di 44,64 kg; nel 2014 47,56 kg; nel 2015 47,92; nel 2016 48,60)”. In effetti, qualcosa di poco chiaro c’è nelle giustificazioni fornite dal sindaco Decaro all’ulteriore recente aumento della Tari, poiché – a detta di molti cittadini – non si capisce come mai nel numero complessive di utenze cittadine vi è un decremento notevole, mentre nei quantitativi complessivi di rifiuti prodotti pro capite vi è un aumento. A questo punto, il dubbio che sorge in molti è che a diminuire effettivamente non è il numero delle utenze domestiche, ma il numero di quelle che pagano, perché evidentemente da un anno all’altro alcune centinaia di famiglie baresi entrano nella fascia di esenzione, a causa della riduzione del proprio reddito. Quindi, il sindaco Decaro bene farebbe ad entrare nei dettagli della questione perché, in un caso o nell’altro, bisognerebbe capire come mai in città si producono più rifiuti solidi con un numero inferire di utenze, oppure se è il numero degli indigenti che, esenti dalla Tari, sono in aumento da un anno all’altro, così come notevoli sono le utenze commerciali che diminuiscono. Fenomeni, questi, che dovrebbero servire a Decaro semplicemente a giustificare l’ulteriore aumento della Tari, ma forse anche a preoccuparsi della situazione economica complessiva della Città di Bari. Se non altro, per capire in maniera serie qual è lo stato di salute complessivo delle famiglie, dei commercianti e delle imprese baresi, preoccupandosi anche di quest’aspetto, anziché chiudere gli occhi di fronte alla realtà e continuare a raccontare (o, forse meglio, “millantare”) una situazione cittadina che non esiste più da tempo. Tranne, però, scoprire che c’è un decremento di utenze domestiche e commerciali quando fa comodo, per giustificare l’aumento tariffario di una tassa che a Bari è, da tempo ormai, ben al di sopra della media nazionale. Il volantino di protesta sulla Tari, offerto ai baresi dai citati esponenti di opposizione, si chiude con l’invito al sindaco Decaro a sostituire  il management apicale dell’Amiu Puglia, che – a loro dire – è da anni incapace di adottare sistemi moderni ed efficaci di raccolta e smaltimento dei rifiuti, nominando in quel ruolo di responsabilità “manager” del settore che possano imprimere una svolta innovativa ed ecocompatibile all’Azienda dell’igiene urbana”. In modo – si conclude ironicamente nel volantino –  almeno da pagare a “caro prezzo” un servizio almeno  ecocompatibile e soddisfacente!  Contestualmente a queste richieste i 5 rappresentanti dell’opposizione hanno firmato un manifesto fatto affiggere in Città con cui denunciano l’aumento della Tari del 12%, chiedendo le dimissioni (evidentemente simboliche) del sindaco, altrimenti verrebbe spontaneo chiedersi: “Come si concilia quest’ultima richiesta con la proposte illustrata nel volantino?” Mistero della politica barese.   

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Settembre 2016

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