La ‘Casa Rossa’ resta un rudere, nonostante la promessa di comprarla
Villa Giustiniani o meglio, col nome che riconoscono i baresi, la “casa rossa”, all’incrocio tra via Omodeo e Via Fanelli, è da anni l’oggetto dei desideri di chi vorrebbe finalmente vederla risorta, dopo l’acquisto dell’immobile da parte del Comune. Un acquisto importante nel patrimonio immobiliare cittadino, rimasto inaspettatamente solo sulla carta dopo gli annunci di acquisizione di sindaco, assessore al Patrimonio e direttore generale, risalenti a tre anni e mezzo fa. Il Comune, dunque, non mantiene la promessa di restituire ai cittadini baresi Villa Giustiniani e le famiglie Giustiniani-Di Cagno, proprietarie dell’area, hanno presentato ieri un appello al sindaco Emiliano. ”Sono trascorsi quasi mille giorni – si legge – ma la promessa non e’ stata ancora mantenuta. Il 16 settembre del 2011 venne firmato infatti l’accordo per la cessione al Comune di Bari di Villa Giustiniani e dell’annesso terreno, senza che sia stata ancora fissata la data del preliminare di vendita”. A denunciare il ”gravissimo e ingiustificato ritardo”, dunque, le famiglie Giustiniani e Di Cagno, proprietarie dell’area di via Omodeo. Famiglie che, pur di raggiungere un’intesa che chiudesse finalmente una vicenda pluridecennale, consegnando giardino e Villa ai baresi, ”accettarono un prezzo di vendita piu’ basso della stessa stima effettuata tempo prima dai tecnici del Comune. Un senso di responsabilita’ sino ad oggi mal riposto”. ”Al danno, poi, rischia di unirsi la beffa: l’accordo, siglato all’Assessorato delle Politiche abitative, prevedeva infatti – si legge nella nota – la cessazione di ogni lite giudiziaria fra i proprietari e il Comune, mentre al contrario e’ ancora pendente, con un’udienza a breve, un giudizio che coinvolge la famiglia Di Cagno. Altro aspetto paradossale: a gennaio del 2013, su richiesta degli acquirenti, i venditori hanno fatto avere al notaio prescelto tutti i documenti necessari per siglare l’atto. Ma in quindici mesi la convocazione non e’ ancora venuta”. ”Il giorno stesso dell’intesa per Villa Giustiniani, il Comune – si legge ancora nel comunicato fatto girare ieri dalle famiglie – ebbe l’orgoglio di comunicarla alle agenzie di stampa che, assieme a giornali, radio e tv locali, ne parlarono diffusamente. I cittadini di Bari e tutte le associazioni che si sono battute per la causa debbono sapere invece che a quell’accordo non e’ stato dato corso. Al sindaco, dunque, è stato chiesto di dar corso finalmente alle parole coi fatti, una buon volta, attraverso un’iniziativa immediata, attuando quanto sottoscritto, a tutela non solo dei legittimi diritti dei venditori, ma dell’onore e della credibilita’ di un’amministrazione in eterna campagna elettorale.
E ora un po’ di storia: la “casa rossa” di Bari risale a oltre due secoli fa, proprietà di Vittorio Giustiniani, che nel 1800 era residente, è stata abitata fino a trentasei anni fa circa e poi improvvisamente abbandonata, lasciando l’immenso spazio che la circonda al parcheggio selvaggio delle automobili, terreno fertile per sterpaglie ed erbacce, nonostante di fronte ci sia una scuola elementare. Ogni tanto ci pensano le associazioni di volontariato e il Comitato ‘contro Sprechi e Privilegi’ a ripulire l’area, col risultato di rendere ancora più duro da digerire il degrado e l’abbandono in cui versa. Pare esista un passaggio sotterraneo che conduce al mare, alcuni studiosi ritengono che villa Giustiniani corrisponda alla Grancia Benedettina tra il IX e XII secolo, ovvero San Nicola fuori le mura. Sotto l’area, c’è un ipogeo di epoca romano-bizantina che ha la forma di “dromos”, eppure quando la casa rossa fu abbandonata dai proprietari, ci fu chi avrebbe voluto abbatterla, per costruirci qualche altro orrendo complesso edilizio residenziale. E solo il coraggio di qualche ambientalista è riuscito a fermare le ruspe, guidato da qualche politico altrettanto isolato e coraggioso, tanto che ancora oggi l’attuale presidente circoscrizionale Leonardo Scorza ricorda come la riqualificazione della zona tra San Pasquale e Japigia alla fine coinvolgerà anche Villa Giustiniani, diventata da quasi due anni proprietà del Comune, dopo circa trent’anni di contenzioso con i proprietari (eredi Giustiniani e Di Cagno) con quell’acquisizione ancora monca da parte dell’ente civico, costata almeno sulla carta circa 620 mila euro. E che, nei piani dello stesso Comune, dovrebbe completare l’intervento di riqualificazione dell’intero rione previsto dal Piano Integrato di Riqualificazione delle Periferie, a San Marcello. E’ rimasto deluso, però, chi con il passaggio di proprietà si aspettava interventi di restauro e recupero del rudere, o la realizzazione della struttura fognaria, il rifacimento del verde pubblico e gli altri interventi previsti. E così si sprecano le occasioni perse per l’amministrazione guidata da Michele Emiliano, sempre in vena di proclami e promesse, come dopo l’ennesima riunione alla chiesa di San Marcello –un po’ di tempo fa- con l’ex assessore comunale all’Edilizia pubblica, Gianni Giannini, l’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente e perfino il direttore generale dell’Istituto Autonomo Case Popolari, Sabino Lupelli. Tutti attorno al tavolo e davanti a microfoni e residenti a promettere il recupero dell’immobile coi fondi del Piano di riqualificazione urbana delle periferie, da cumulare con quelli dei privati e 5,6 milioni che dovrebbero arrivare da Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari. Finora, come detto, nessuno ha visto niente, nonostante proprio l’assessore Barbanente abbia da tempo approvato le delibere e determinazioni dirigenziali che hanno messo una trentina di milioni di euro su un piatto d’argento a favore degli Iacp di Puglia, tra cui pescare quelli per i lavori di riqualificazione, nel suddetto programma di recupero delle periferie, grazie al piano che interessa in particolare San Marcello. Ma finora nessuno ha visto niente, tanto meno i proprietari della Casa Rossa….
Francesco De Martino
Pubblicato il 10 Aprile 2014