Cultura e Spettacoli

La cascata del Freddo

Motivo d’ispirazione per poeti, pittori e fotografi, le cascate rappresentano i fenomeni più spettacolari creati dai corsi d’acqua. L’Italia può vantarne molte. Le cascate abbondano in tutte le regioni del Belpaese, meno che in Puglia, terra piatta e avara d’acqua in superficie. Con tre eccezioni, però. Il Celone, le cui sorgenti sono su Monte San Vito, presso Faeto, è un corso d’acqua che attraversa il Tavoliere prima di sfociare nel fiume Candelaro all’altezza di San Marco in Lamis. Lungo i suoi circa settanta chilometri di corso raccoglie acqua da alcuni affluenti. Il ‘letto’ di uno di questi, il torrente Freddo, nel territorio di Castelluccio Valmaggiore, presenta tre dislivelli appena distanziati (vedi immagine). Il Freddo descrive così tre piccoli festosi ‘salti’. Con un po’ di generosità si può parlare di ‘cascata’. La cascata del Freddo non è l’unica nel Sub Appennino Dauno. A poca distanza da Accadia, in località Punta di Pietra, le acque del torrente Fragno, dopo essersi incuneate fra due pareti rocciose, affrontano un breve dislivello che dà origine a una seconda, graziosa cascatella. Per trovare la terza ed ultima cascata bisogna raggiungere la Murgia Tarantina : Nella Gravina di Riggio, vicino Castellaneta, scorre un ruscelletto senza nome che a un certo punto del suo sofferto percorso descrive un salto di ben quindici metri ; in basso lo aspetta un laghetto. Non c’è altro da noi. Ma se ci contentiamo di cascate artificiali, allora ne abbiamo in abbondanza. Si pensi ai getti degli scarichi dei tanti invasi di casa nostra, come Locone, Occhito, Marana Capacciotti, Serra del Corvo, Fiume Grande, Cillarese… Se poi si cerca il fasto, sarà il caso di raggiungere Santa Maria di Luca. Lì, dalla vetta del Promontorio Japigio (un’altura a ridosso del punto di congiunzione delle acque dell’Adriatico con quelle dello Jonio) si rovesciano in basso mille litri d’acqua al secondo che defluiscono in mare dopo un salto di centoventi metri ; misura non da poco se si considera che la più famosa e naturale Cascata delle Marmore presenta un salto di 165 metri. Ma siccome è una cascata artificiale (fu costruita nel 1939), quella di Santa Maria di Leuca non è alimentata da alcun fiume o torrente : Quell’acqua (salmastra) viene attinta da una vicinissima falda. Né lo spettacolo è cosa di tutti i giorni. La cascata funziona soltanto nelle solennità civili e religiose e nei giorni di maggiore affluenza turistica. Di sera sono rese ancora più suggestive da un sontuoso disegno luci. Pandemia permettendo, il prossimo appuntamento è fissato per il 2 giugno, Festa della Repubblica.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 19 Marzo 2021

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