Cultura e Spettacoli

La Chiesa cattolica celebra la festa della Trasfigurazione del Signore

Una tappa teologicamente molto importante

Il sei agosto tutta la Chiesa cattolica celebra la festa della Trasfigurazione del Signore, una tappa teologicamente molto importante. Per capirne il senso e scoprire come la vivono anche i cattolici di rito bizantino (dunque di ispirazione orientale) abbiamo in questa intervista sentito il parere del noto teologo barese diacono padre Antonio Calisi, celebre ed affermato iconografo.

 

Qual è il significato più profondo della Trasfigurazione per i fedeli di tradizione bizantina? In che modo questo evento è visto come un momento chiave nella vita di Gesù e nella storia della salvezza?

 

“Sul Monte Tabor, nostro Signore Gesù Cristo, nella sua divina maestà, si è rivelato ai suoi discepoli in una luce abbagliante, più splendente del sole. In quel momento, il velo della sua umanità si è sollevato, mostrando la sua gloria divina, immagine del Padre celeste. Come un raggio di sole che penetra le tenebre, la Trasfigurazione ha illuminato i cuori dei discepoli, e con essi, anche i nostri. È stata una prefigurazione della sua risurrezione, un anticipo del Regno dei Cieli, dove la sua luce risplende in tutta la sua pienezza.

La voce del Padre, risuonando dal cielo, ha proclamato: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”. Queste parole sono un sigillo divino sulla missione di Cristo e un invito a tutti noi a riconoscerlo come il Salvatore.

La Trasfigurazione ci assicura che anche noi possiamo partecipare alla vita divina. La luce che irradia da Cristo è un dono gratuito della sua grazia, capace di trasformare le nostre anime. Siamo chiamati a seguire le sue orme, a cercare la santità e a diventare, giorno dopo giorno, sempre più simili a Lui.

La Trasfigurazione è un faro che illumina il nostro cammino di fede. Ci ricorda che, nonostante le prove e le difficoltà, la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte è certa. Dobbiamo tenere sempre davanti ai nostri occhi questa immagine luminosa e lasciarci guidare dalla sua luce, per raggiungere un giorno la patria celeste”.

 

 

Quali sono le caratteristiche distintive della liturgia bizantina celebrata in occasione della Trasfigurazione? Quali sono i canti, le preghiere e i riti più significativi e perché?

 

“Quando celebriamo la Trasfigurazione del nostro Signore, la nostra liturgia si trasforma in un luminoso giardino dove risuona la melodia della gloria divina. La luce, più brillante del sole, inonda ogni canto e ogni preghiera, ricordandoci che Cristo, nel momento della sua Trasfigurazione, si è rivelato nella sua piena divinità, uno splendore che abbaglia gli occhi della mente e del cuore. I canti, come dolci melodie, ci conducono verso le vette celesti, dove Cristo, circondato dalla gloria del Padre, è seduto alla sua destra.

Non siamo semplici spettatori in questa celebrazione, ma prendiamo parte attivamente. Con i nostri canti e le nostre preghiere, uniamo le nostre voci a quelle degli angeli, celebrando la grandezza di Dio. I tropari, brevi inni che esprimono l’importanza della festa, come gemme preziose ci offrono intense riflessioni sulla luce divina che trasforma l’uomo e i kondakia, inni più lunghi e complessi, come fiumi di luce, ci conducono in profondità nel mistero della Trasfigurazione, svelandoci la bellezza inenarrabile di Dio.

La liturgia della Trasfigurazione è un momento in cui i fedeli sperimentano la comunione con la Trinità Santa e ci prepara a risplendere, come luce nel mondo”.

 

Come viene rappresentata la Trasfigurazione nell’iconografia bizantina? Quali sono i simboli e i colori predominanti e cosa rappresentano?

 

“I fedeli con occhi di fede contemplano le sacre icone presenti nelle nostre chiese. In esse, gli iconografi, ispirati dallo Spirito Santo, hanno catturato la luce ineffabile della Trasfigurazione del nostro Signore Gesù Cristo.

Il volto di Cristo, luminoso come il sole, testimonia che questa luce non è di questo mondo, ma è un riflesso della gloria del Padre celeste. La sua veste bianca, non è solo un colore, simboleggia la sua regalità divina e la santità che lo investe.

Al centro dell’icona, il nostro Salvatore è rappresentato come un sole che sorge, portando la vita e la speranza. Il suo sguardo, rivolto verso di noi, ci invita a contemplare la bellezza della sua divinità e a partecipare alla sua luce. Egli è spesso inscritto in due archi di cerchio intersecantisi ai due vertici in alto e in basso, a forma a mandorla, simbolo del cielo aperto, dove risiede la pienezza della divinità.

Ai lati di Cristo, si vede Mosè ed Elia, testimoni della Legge e dei Profeti, che con la loro presenza confermano l’identità divina di Gesù. I discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, pieni di stupore e riverenza, ci mostrano la nostra reazione di fronte a tale mistero.

Il monte Tabor, luogo della Trasfigurazione, è rappresentato in modo stilizzato, con un’atmosfera luminosa e rarefatta dove la natura stessa si prostra davanti alla gloria di Dio.

In queste sacre icone, non vediamo solo una rappresentazione artistica, ma una finestra aperta sul Paradiso. Contemplando la Trasfigurazione, siamo invitati a elevare i nostri cuori verso Dio, a cercare la sua luce e a lasciarci trasformare dalla sua grazia”.

 

In che modo la festa della Trasfigurazione può offrire una guida spirituale e un messaggio di speranza ai cristiani orientali nel mondo contemporaneo? Quali sono le sfide e le opportunità che si presentano oggi nella celebrazione di questa festa?

 

“In questo giorno di festa, i nostri cuori si rivolgono al monte Tabor, dove il nostro Signore Gesù Cristo, nella sua gloria divina, si è rivelato ai suoi discepoli. Come un raggio di sole che squarcia le tenebre, la Trasfigurazione illumina le nostre anime, offrendoci un’ancora di salvezza in un mondo spesso avvolto dalle nebbie dell’incertezza. La luce che irradia da Lui è un invito a risvegliare lo spirito che è in noi, a riconoscere l’immagine divina impressa nel profondo del nostro essere.

La Trasfigurazione ci ricorda che siamo chiamati a una trasformazione radicale. Non siamo destinati a rimanere prigionieri delle nostre debolezze, ma siamo invitati a risplendere come stelle nel firmamento della Chiesa. Come farfalle che escono dal bozzolo, dobbiamo lasciarci trasformare dalla grazia divina, per diventare sempre più simili al nostro Signore.

La Trasfigurazione ci assicura che anche nelle prove più oscure, la luce di Cristo può penetrare, scacciando le tenebre del peccato e della disperazione. È un faro che illumina il nostro cammino, guidandoci verso la patria celeste. In un mondo segnato dalla sofferenza, la Trasfigurazione ci offre una speranza solida. Ci ricorda che la vittoria di Cristo sul male è definitiva e che, un giorno, anche noi parteciperemo alla sua gloria”.

 

Oggi festeggiano il loro onomastico coloro che si chiamano Salvatore.

 

BV


Pubblicato il 6 Agosto 2024

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