Cronaca

La Chiesa di Bari attende il Papa ed i Vescovi mediterranei nel nome di San Nicola

La Chiesa di Bari è, in questi giorni, in fermento. Infatti cresce l’attesa per la visita di papa Francesco alla Chiesa Italiana che, per opera del Cardinale Bassetti e della Presidenza CEI, ha indetto nel capoluogo pugliese, all’ombra di San Nicola e della Vergine di Costantinopoli, un vertice dei rappresentanti degli Episcopati Latini ed Orientali delle Chiese Cattoliche che si affacciano sul Mediterraneo. La Chiesa di Bari ha offerto la sua disponibilità ad accogliere il Santo Padre, nella giornata di domenica 23 febbraio, che concluderà, in San Nicola, ed in seguito con una celebrazione eucaristica su Corso Vittorio Emanuele, il vertice che si aprirà al Castello Svevo nel tardo pomeriggio del 19 febbraio e che interesserà alcuni significativi luoghi della Città e realtà periferiche della Diocesi, avente per tema ”Mediterraneo, Frontiera di Pace”. La diocesi del capoluogo si sta preparando da tempo all’evento con una serie di iniziative. Tra le tante si segnalano quella di Lunedì 10 u.s. con una relazione tenuta dal prof. Sergio Tanzarella della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in Napoli presso l’auditorium della Parrocchia Immacolata in Modugno, col medesimo tema del simposio barese e l’incontro formativo, indetto dalla Facoltà Teologica Pugliese presso l’Aula Magna della sede barese dell’Istituzione accademica, destinato ai Docenti di Religione ed operatori culturali della Puglia. In tale incontro Padre Gerardo Cioffari, storico della Basilica Nicolaiana ha argomentato su “Mediterraneo, Luogo di pace e di accoglienza”.

Il prof. Tanzarella ha individuato nel “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” -firmato il 4 febbraio 2019- ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib- la guida metodologica che dovrebbe essere fatta propria dai colloqui baresi, ovvero le diverse esperienze religiose ed inter o intraconfessionali- secondo il documento interreligioso e la lettura del cattedratico napoletano-  dovrebbero adottare la cultura del dialogo come via maestra per la comune convivenza; la comune collaborazione come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio di azione e la fede deve portare il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare e mai le Religioni e le Confessioni debbono diventare strumento e pretesto per la guerra ma farsi promotrici di Pace. Il rispetto reciproco ed il dialogo Interreligioso ed Inter oltre che Intraconfessionale sono imprescindibili per la ricerca della pace e tali esperienze che debbono animare la vita dei Credenti giungono da lontano. Infatti il prof. Cioffari, nella conferenza barese, individua le radici del Dialogo Interreligioso già cinquecento anni prima di Cristo, presso gli imperi Assiro-Babilonese e Persiano, ove i Sovrani decretarono che i sudditi dovevano rispettare la religione dell’altro, pena pesanti sanzioni e punizioni. Dunque il rispetto reciproco ed il Dialogo tra le diverse fedi e culture sono esperienze molto antiche e nella nostra Bari si incarnano nella emblematica figura del Vescovo di Myra, venerato sia in Oriente che in Occidente. Perciò il rettore della Basilica barese, P. Giovanni Distante, ha sottolineato -durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa tenutasi a Bari per gli organi di informazione locale- come il popolare Santo sia tra i segni dell’unione tra i fedeli delle diverse Confessioni Cristiane e tra le popolazioni delle Nazioni soprattutto mediterranee oltre che testimonianza del sentimento di Fratellanza che deve animare il rapporto tra i Cristiani e tra gli uomini di buona volontà, che è solo un dono di Dio per unire gli uomini e tornare a Lui e -sottolinea ancora il prelato- la Chiesa, in tutto questo deve essere segno di unità per tutto il genere umano ed a servizio della Pace che non è assenza di guerra ma un cammino ove le Religioni e confessioni non devono essere strumentalizzate – come, invece, ricorda il Documento interreligioso firmato negli Emirati Arabi- soprattutto politicamente (anche attraverso l’uso improprio di segni e simboli sacri)  ma promuovere il Dialogo e Rispetto reciproco che devono animare la famiglia umana e mai essere strumento di contrapposizione tra i diversi popoli. E San Nicola è il testimone più adeguato a rappresentare questo cammino essendo la sua figura comune all’Oriente ed all’Occidente ed emblema a cui guardare affinché il Mediterraneo sia frontiera e non arco di guerra (per usare un’espressione cara a Giorgio La Pira e Tonino Bello e citata dal prof Tanzarella) e possa essere una delle vie privilegiate affiche le popolazioni che si affacciano sul “Mare Nostrum” tornino a Dio ed ai veri valori della Civiltà umana. San Nicola benedica questa meritoria opera promossa dalla Chiesa Italiana e fatta propria da Papa Francesco.

Savio Ciciolla

 


Pubblicato il 18 Febbraio 2020

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