“La Chiesa di Bari e la Prima Guerra Mondiale”
La Chiesa di Bari e la Prima Guerra Mondiale (Edipuglia) è il titolo di un documentatissimo e interessante volume di ricerca, curato dal salentino e storico Monsignor Salvatore Palese con la sapiente collaborazione di don Michele Bellino, del professor Vincenzo Robles, e della dottoressa Carla Palma. Il tomo, di oltre 500 pagine, racconta con ricchezza di particolari e documenti ricavati setacciando l’archivio storico della diocesi Bari- Bitonto e quello di Stato, il rapporto tra eventi della Grande Guerra e Chiesa barese. E ne viene fuori una idea molto generosa di Chiesa locale che molto spesso ha svolto in quegli anni una lodevole funzione di welfare aiutando le famiglie dei caduti e dei soldati al fronte. Abbiamo intervistato Monsignor Salvatore Palese.
Monsignore, che cosa si ripropone la vostra ricerca?
“E’ uno studio assolutamente documentato, basato su dati certi nei quali si racconta quello che la diocesi di Bari- Bitonto ha fatto durante la Prima Guerra Mondiale in favore dei suoi figli al fronte. Ne viene fuori un quadro dinamico e l’immagine di una chiesa solidale e vicina a chi soffriva”.
Avete citato alcuni uomini nel particolare?
“Fare graduatorie di merito non era il nostro compito. Meritano certamente menzione i cappellani militari del tempo che al fronte si sono spesi a favore di chi era nel bisogno e cioè dei soldati, feriti e stanchi. Il mio pensiero va poi a Monsignor Vaccaro, ai parroci della diocesi e ad un vero grande uomo di quel tempo, il cappellano militare Antonio Bellomo”.
Il libro si compone di tre parti, ce le illustra?
“La prima è un doveroso quadro storico. Senza capire l’epoca, non si comprende il resto. Bisogna studiare la storia non in base a come ce la raccontano, ma scavando nei documenti. La seconda, riguarda gli scritti e le lettere dei cappellani militari. La terza è un elenco completo, per quanto possibile, delle vittime e dei caduti della diocesi ricavato dalle iscrizioni e dagli elenchi dei monumenti a loro dedicati nell’ ambito dei diciotto comuni diocesani. Un lavoraccio, ma ne valeva la pena”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 30 Agosto 2019