Cultura e Spettacoli

La cialtroneria, passaporto per la risata

La bellezza dell’italiano va annacquandosi. Troppe le parole giudicate obsolete che vengono accantonate a beneficio di espressioni di derivazione anglo-statunitense, neologismi orrendi e altre libertà discutibili. Si prenda un termine come ‘cialtrone’. Non lo usa più nessuno. Eppure è termine di assoluta modernità, visto il crescente numero di rappresentanti di questa categoria. Non esiste niente di meglio di ‘cialtrone per segnalare l’insolente per sciattezza morale, ovvero la figura che a dispetto di situazioni che per opportunità richiedono un certo tono si presenta menefreghista e pigro. Questa mancanza di serietà, questa disattenzione radicata che s’accompagna ad un’attitudine all’arrangiare e al gioco al ribasso si manifesta al cospetto delle regole sociali del decoro, del rispetto e del lavoro. Specie in quest’ultimo campo la sfrontatezza del cialtrone arriva ad essere solare. Toccato il limite ‘fisiologico’, il cialtrone evolve in personaggio a suo modo fascinoso o quanto meno divertente. Non staremmo a dire queste cose se sabato, al Teatro Palazzo, non fossimo rimasti fulminati da quel lazzarone di Raul Cremona. L’artista milanese era a Bari per presentare ‘Prestigi’, il suo ultimo lavoro, una spassosa sfilata di personaggi assurdi,  tutti accomunati dall’essere, chi più e chi meno, autentici cialtroni. A cominciare dal Mago Oronzo, capostipite di una stirpe di ‘poveri a loro’, come si dice a Bari, per continuare col maldestro manipolatore di palloncini, il prestigiatore confusionario, il cabarettista da sagra patronale… Cialtroni insensibili o ignari del proprio fallimento, perciò col sorriso perennemente stampato in viso, a differenza del padre di tutti i cialtroni del mondo dello spettacolo, l’indimenticato Mac Ronay, l’artista francese divenuto celebre per l’espressione stralunata e impassibile con cui accoglieva il fallimento dei propri trucchi magici. Raul Cremona si è imposto per capacità d’improvvisazione e di coinvolgimento del pubblico, uso intelligente dell’autoironia, costruzione del meccanismo della risata e rapidità nel metterlo in moto, mai assillando il pubblico o bruciando battute (segno di sapiente dosaggio dei tempi). E felice si è confermato anche nei numeri di prestidigitazione (”Ho la magia nel sangue, ma pure una pessima circolazione”), ovviamente presentati in chiave cialtronesca, prima che venissero messi nella giusta luce in un’inattesa coda di spettacolo. –  Prossimo appuntamento di stagione al Teatro Palazzo, sabato 16 dicembre con Lella Costa che presenta ‘Questioni di cuore’. Lo spettacolo è ricavato dalle migliaia di storie d’amore e di passione pubblicate sulla rubrica ‘Lettere del cuore’ di Natalia Aspesi.

Italo Interesse


Pubblicato il 14 Dicembre 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio