Cronaca

La città che cambia: “Interventi mirati e servizi nei quartieri, altro che zone rosse…”

Il segretario Prc critica apertamente le zone a controllo rafforzato di fresca istituzione con le sue proposte

Sono arrivate anche a Bari le “zone rosse” e cioè quelle aree cittadine (ben delimitate dalla locale prefettura) a controllo e sicurezza rinforzate con le forze dell’ordine, cioè, che, appunto, possono procedere all’allontanamento immediato di persone ritenute anche solo potenzialmente pericolose. Insomma, lo scopo sarebbe tenere sotto controllo aree sensibili delle città dalle quali allontanare (…e subito) soggetti che possono risultare a rischio. Provvedimenti, però, che evocano restrizioni di libertà individuale e di movimento, in quell’area. In effetti, quando si verificano risse o episodi legati alla violenza urbana, i cittadini avvertono il bisogno di strumenti che abbiano efficacia immediata, senza assistere magari, a fantaccini in mimetica all’Esercito Italiano che -com’è accaduto venerdì sera in piazza Moro/parcheggio Aci – a malapena riuscivano a dividerli, un branco di marocchini che si picchiavano di santa ragione. Insomma, ancora cose da rivedere e aspetti da limare, in questi provvedimenti prefettizi che, in ogni caso, sono provvisori e hanno già attirato critiche. Ne parliamo con Sabino De Razza, segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista, sindacalista e consigliere comunale con la prima giunta Emiliano. <<Le zone rosse non sono la soluzione; la decisione del Prefetto di Bari condivisa dall’amministrazione comunale è grave e per di più non risolve i problemi che esistono e anzi li aggrava, ghettizzando vaste aree della nostra città>>.

Va bene De Razza, però converrai che qualcosa bisogna pur fare: non si può restare inermi dinanzi al dilagare di spaccio e violenza in città: la zona della Stazione Centrale è diventata quasi peggio di Termini a Roma…

<<Ma non è con interventi di repressione che si affrontano problemi di disagio sociale, al contrario bisognerebbe rilanciare politiche sociali concrete e permanenti di assistenza e ascolto, con un occhio particolare e interventi mirati sulla dispersione scolastica. Guarda, insistere con l’inclusione di piazza Umberto come “zona rossa”, ha il chiaro stampo di natura razzista. Insomma, così facendo si continua a non affrontare i moltissimi temi che vivono migliaia di immigrati nella nostra città, a partire dal rilascio dei permessi di soggiorno per i quali si attende mesi e mesi: un’attesa estenuante, inumana. Bisogna rimuovere l’assunto razzista immigrati uguale criminale. E ancora più grave è l’inserimento di piazza Maria Celeste Nardini/piazza del Redentore nelle piazze rosse, vale a dire il contrario delle richieste d’un vasto coordinamento di associazioni politiche e culturali che si è costituito nel quartiere Libertà e che chiede l’esatto contrario di interventi restrittivi e repressivi, da “Stato di polizia”>>.

E cosa propone Prc, quali provvedimenti adottare, magari in aggiunta a quelli per una maggiore sicurezza di Sindaco e Prefetto?

 

<<Rifondazione Comunista ha già chiesto all’amministrazione – …e a più riprese – luoghi di aggregazione culturale, interventi contro l’abbandono da parte dell’amministrazione al ‘Libertà’, area in stato di totale degrado e abbandono: periferia a tutti gli effetti. L’amministrazione comunale di centro-sinistra la deve smettere d’inseguire la cultura repressiva delle destre della Meloni e Piantedosi, faccia qualcosa veramente di sinistra come, tanto per cominciare, andare a trovare coi suoi assistenti e servizi sociali i ragazzi che abbandonano la scuola, ma nelle loro case, però, per capire le ragioni vere d’un fenomeno in espansione continua, sotto gli occhi di tutti>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 26 Febbraio 2025

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