La “Citta metropolitana” chiede di rafforzare i controlli dei soci alla Stp
Come per la chiesa di Santa Chiara: prima hanno lasciato far man bassa e ora si mettono le porte di ferro

Alla Stp, la Società provinciale trasporti di Bari, il neo sindaco del Capoluogo, Vito Leccese, ed il Consiglio metropolitano hanno fatto come avvenne a Napoli alla Chiesa di Santa Chiara, ovvero dopo che fu depredata le si apposero porte di ferro. In altri termini, alla Stp si corre ai ripari quando ormai è troppo tardi ed i danni verosimilmente sono già avvenuti. Difatti ora che su detta Azienda di trasporti si sono accessi i riflettori della Procura di Trani, il Consiglio della “Città metropolitana di Bari” ha approvato all’unanimità un disciplinare per l’esercizio, in forma congiunta, del controllo di gestione societario insieme agli altri partener pubblici con cui condivide la proprietà della Stp. Infatti, il pacchetto azionario di detta Azienda di trasporti, oltre ad essere in capo alla Città Metropolitana di Bari, con una quota pari al 38,91%, è condiviso dalla Provincia di Barletta-Andria-Trani, con una quota del 12,09% e dal Comune di Trani con quota di partecipazione diretta del 5% ed indiretta del 44% per il tramite della società Amet spa che, però, è interamente controllata dall’Amministrazione tranese. Con il disciplinare ora i soci di Stp si sono impegnati ad avviare un’azione condivisa di controllo sull’operatività della società, in linea con i principi di trasparenza che caratterizzano l’azione amministrativa degli Enti stessi. Il “controllo societario” – è stato spiegato nella nota della Città metropolitana di Bari con cui è stata data notizia del disciplinare – si articolerà attraverso il controllo sull’attuazione degli obiettivi e degli indirizzi programmatici, sugli equilibri economico/finanziari e sulla qualità dei servizi. Il disciplinare in questione prevede anche la costituzione di un “Comitato di indirizzo e coordinamento”, composto dai legali rappresentanti degli enti soci e di una “Struttura tecnica di supporto”, composta dai responsabili del controllo societario di ciascun ente socio, in numero e con competenze adeguate, integrato dal dirigente del Servizio finanziario e dai dirigenti competenti per materia in relazione ai servizi gestiti dalla società. “Un atto importante – ha dichiarato il neo sindaco metropolitano, Leccese per l’appunto – che conferma la volontà dell’Ente metropolitano di fare squadra con la provincia Bat e la Città di Trani per garantire efficacia e trasparenza alla gestione di una società che è strategica per il trasporto pubblico su scala provinciale e interprovinciale. Grazie al sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, e al presidente BAT, Bernardo Lodispoto, per aver consentito il raggiungimento di un obiettivo importante che conferma la determinazione dei soci pubblici di credere e investire in una Azienda che dovrà continuare ad essere pubblica nell’interesse esclusivo della mobilità e del trasporto”. Per la cronaca ricordiamo che prima dell’introduzione di questo “disciplinare” la Stp era finita al centro di polemiche per le presunte irregolarità amministrative commesse durante la gestione della ex dg Barbara Santeramo, considerata espressione del movimento politico “Sud al Centro” e, quindi, fedelissima della consigliera regionale ed ex assessore dem ai Trasporti, Anita Maurodinoi, e del coniuge di quest’ultima, Sandro Cataldo, ormai noto alle cronache non solo politiche, ma anche giudiziarie, per via delle inchieste sul voto di scambio e corruzione elettorale in cui è coinvolto. Infatti la Stp – come si ricorderà – fino a settembre scorso, ossia fino a quando la gestione manageriale dell’azienda tranese di trasporto pubblico era affidata alla dottoressa Santeramo, era considerata una sorta di “feudo” del movimento politico facente capo a “Cataldo & Maurodinoia”, sui quali – come detto – si sono accesi prima i fari della Procura barese, per presunti voti di scambio alle elezioni, e poi quelli della Procura di Trani per la gestione della Stp, finita nelle mani di individui diretta espressione del movimento “Sud al Centro”. L’introduzione di un rafforzamento dei controlli sulla gestione della Stp da parte dei soci ha rafforzato ancora di più l’interrogativo di chi si chiede: “Come mai il neo-sindaco metropolitano, Leccese, si è accorto che alla Stp qualcosa non quadrava nella trasparenza di questa azienda pubblica, mentre il suo predecessore, Antonio Decaro, che nell’ultimo decennio è stato tra i protagonisti per le nomine dei vertici anche di questa Azienda di trasporto e che pur aveva il dovere istituzionale di vigilare sulle stesse, invece non si è mai accorto di nulla di ciò che accadeva da anni anche in questa partecipata dei trasporti, come per l’Amtab?”. Infatti un interrogativo, questo, che per Decaro si pone non soltanto per la Stp o l’Amtab, ossia l’Azienda di trasporto pubblico barese, ma anche per altre diverse vicende opache del Comune di Bari, dove l’ex Primo cittadino nei suoi dieci anni di governo della città non si sarebbe mai accorto di ciò che accadeva in talune partecipate o Ripartizioni comunali, su cui però aveva poteri nomina e controllo. Infatti, l’ex Primo cittadino barese non era mai accorto neppure del fatto che nella Città vecchia alcune casalinghe si cimentano nella produzione, vendita e somministrazione al pubblico di prodotti alimentari, senza i minimali presupposti di regolarità sanitari ed amministrativa. Ed allora “in quante altri casi – si chiedono alcuni baresi – l’ex sindaco Decaro non si è accorto o non sapesse di ciò che, invece, pur rientrava tra i suoi doveri d’ufficio?” Difficile dare una risposta razionale e credibile a tale interrogativo, senza cadere nei “misteri” della politica. Quindi, il “disciplinare” per un supplemento di controlli sulla gestione della Stp appena introdotto dal Consiglio metropolitano altro non sarebbe che il tentativo per giustificare talune precedenti inadempienze o “cecità” istituzionali sull’Azienda di trasporti. Insomma, una sorta di “polverone” per mettere le mani avanti ad eventuali e possibili scandali del passato, qualora venissero a galla.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 30 Gennaio 2025