Cronaca

“La Città non ha bisogno di parcheggi interrati”

Qualche volta ritornano. Si parla di dal punto di vista ecologico, urbanistico e ambientale e cioè di quei parcheggi interrati che inaspettatamente tornano ad affacciarsi in Città. <>, come li chiamano gli attivisti del Partito della Rifondazione Comunista come il professor Gigi Liantonio pronto a riprendere il filo del discorso, appunto, sui parcheggi interrati sotto Corso Cavour e sotto la ex caserma Rossani. Che, in barba a qualsiasi seria analisi economica o ecologica, le solite lobby, -già sconfitte in passato dai cittadini, associazioni,  partiti di opposizione e giudici- tornano a proporre. <>, spiega ancora Liantonio. Il quale, appunto, non ha difficoltà a puntare l’indice contro quelli che lui e il suo partito chiama “strumenti di privatizzazione di luoghi pubblici e di devastazione del territorio con rischi per le falde idriche”. Il carattere di Bene Pubblico della ex Caserma Rossani (Bene comune inteso come proprietà comune da destinare alla fruizione di tutti) va difeso in quanto ultimo grande spazio pubblico nel centro della città. Insomma, Corso Cavour e la Rossani debbono essere salvati per il Partito della Rifondazione (tornato dopo mesi e mesi di silenzio a far sentire la propria voce) da tutti i tentativi di speculazione tendenti a privatizzare sotto varie forme i luoghi, il sottosuolo, le funzioni che vi si possono svolgere. Le due zone urbane peraltro già posseggono sufficienti parcheggi privati e pubblici ai quali i residenti, se occorre possono fare ricorso. <>, chiosa infine Gigi Liantonio. In effetti sono diverse le ragioni che hanno spinto pure associazioni e comitati aderenti alla Consulta Comunale sull’ambiente a dire non al terzo, grande parcheggio sottoterra di Bari, a corso Cavour. Una prima considerazione da farsi è che quel parcheggio interrato non è un parcheggio di interscambio e non potrà funzionare mai come tale, proprio perché la sua futura ubicazione è stata individuata in pieno centro storico. Esempio invece di parcheggi di interscambio sono i tre già individuati (quelli del park & ride) e quello nella zona Ikea. Una seconda considerazione scaturisce dal fatto che ad oggi, il Comune di Bari, non ha assolto così come previsto dall’art 36 del Nuovo Codice della strada alla redazione, adozione e solo parziale attuazione del Piano Urbano del Traffico (PUT), uno strumento consente di poter  affrontare il problema della mobilità urbana, non più con interventi locali ed occasionali, bensì con un piano coordinato che, fissati determinati obiettivi, individui le strategie più opportune per il loro raggiungimento. Il PUT viene definito come un insieme coordinato di interventi realizzabili nel breve periodo e nell’ipotesi di dotazioni di infrastrutture sostanzialmente invariate. Si tratta quindi di uno strumento che, non prevedendo nuovi interventi infrastrutturali, non richiede ingenti risorse economiche e può essere attuato in un arco temporale breve (2 -3 anni). Per i nodi maggiormente critici, la cui soluzione definitiva non è possibile con le infrastrutture esistenti, il PUT si limita a proporre l’intervento infrastrutturale necessario demandando la sua definizione ed attuazione al PRG e ad altri strumenti di pianificazione dei trasporti. Si tratta di piani denominati “Piani Urbani della Mobilità” in sigla PUM, che hanno un orizzonte temporale più ampio, 10 anni, e che richiedono procedure di valutazione ed approvazione più lunghe oltre che investimenti molto più elevati (così come nel caso della realizzazione dei parcheggi interrati in Bari).  Di pari passo vi è un aumento anche delle emissioni acustiche che si misura in un maggiore livello equivalente del rumore, espresso in decibel. Ma i comitati che si sono opposti alla costruzione del parcheggio in Viale Cavour hanno puntato il dito anche contro lo scempio degli alberi distrutti: una vera e propria mattanza. Fare Verde, Italia Nostra e Laboratorio Urbano hanno raccolto migliaia e migliaia di firme contro la distruzione di centinaia di palme e lecci, alberi che non saranno mai più ripiantumati, come accadrà certamente a piazza Cesare Battisti. Come si è giunti a questa situazione? Grazie ad un’informazione pilotata ed all’incredibile disinvoltura di amministratori e qualche sovrintendente nella non difesa di valori storici, culturali ed ambientali, ripetono ambientalisti e semplici cittadini. Decisi a difendere coi denti un assetto come quello attuale di Corso Cavour che andrebbe soltanto rivisto a migliorato. Ma per adesso Sindaco e assessori giocano in difesa, aspettando di capire bene come hanno intenzione di attuare il crono-programma dei lavori per il megaparcheggio i tecnici della ditta proponente. Una tattica “attendista” che non piace, ma che quasi certamente si trascinerà fino alla scadenza dell’attuale mandato sindacale. Poi si vedrà…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 15 Febbraio 2017

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