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“La Cittadella della Giustizia? Si può costruire in tempi certi e rapidi”

Forse è giunto il momento di cominciare a mettere i punti fermi sulle responsabilità che hanno negli anni provocato lo stato di disagio -…diciamo così- della giustizia a Bari. Magari con un occhio particolare sui motivi reali che hanno impedito la costruzione della Cittadella giudiziaria dell’Impresa “Paolo Pizzarotti” da Parma. Sulla questione dell’emergenza della funzione giudiziaria, l’avvocato Eugenio Lorusso, legale dell’Impresa emiliana è bene informato. <<La drammatica emergenza che sta vivendo la città di Bari ed il mondo della giustizia per l’inagibilità delle strutture della giustizia penale riporta all’attenzione il  tema  della Cittadella Giudiziaria che l’Impresa Pizzarotti ha proposto e sostenuto negli anni scorsi quale strumento idoneo a risolvere in via definitiva l’annoso problema dell’edilizia giudiziaria>>, attacca l’avvocato Lorusso. Per lui è pacifico che  fino  al 2015  l’Ente  responsabile dell’edilizia  giudiziaria  è stato  il Comune ed è altrettanto evidente che il Comune di Bari ha permesso che la situazione si incancrenisse sino alla condizione attuale. <<Sembra spiegabile che ora voglia eludere le proprie responsabilità politiche ed per allontanare allo stesso responsabilità di altro genere. Ma si tratta di una grossolana mistificazione e di una vera ingiustizia>>. Motivo? <<Fra le varie soluzioni proposte o anche solo ipotizzate, l’unica idonea a risolvere definitivamente il problema è, senza tema di smentite, la Cittadella Pizzarotti, per contrastare ancora una volta questa iniziativa imprenditoriale, il Sindaco (per la verità in buona compagnia!} ripete in ogni occasione che la mancata realizzazione dell’opera proposta dall’Impresa Pizzarotti è dipesa dalla decisione della Corte di Giustizia Europea, che avrebbe ritenuto l’ipotesi non praticabile ed anzi, dice il Sindaco ad ogni piè  sospinto,  essere illegittima. A questo punto però, sopravvenuti altri operatori istituzionali (la competenza oggi non è più del Comune di Bari ma del Ministero della Giustizia}, è necessario far chiarezza sul problema per far sì che chi oggi dovrà scegliere ed operare non venga condizionato da prospettazioni parziali e strumentali>>.

 

Bene, avvocato Lorusso, da dove cominciamo?

 

<<Il Comune di Bari indisse nel lontano 2003 una procedura in forma di ricerca di mercato per la realizzazione di una sede unica degli uffici giudiziari baresi. Lo stesso Comune predispose e pose a base della procedura un capitolato con indicazione precisa delle richieste che i proponenti avrebbero dovuto soddisfare. La cosiddetta Cittadella della Giustizia fu proposta dall’Impresa Pizzarotti, scegliendo un’area ubicata in prossimità del c.d. “Tondo” di Carbonara, indicata dallo stesso Comune, sin dagli anni Novanta, per la eventuale futura realizzazione della “Cittadella della Giustizia”. E il Comune aveva indicato tale area con la motivazione che la stessa era collocata lungo la principale direttrice di sviluppo urbano”, posta nelle immediate vicinanze delle più importanti vie di comunicazione con la Città e con il territorio, dato che la futura “Cittadella della Giustizia” doveva servire l’intero il territorio della Corte d’Appello. Il progetto Pizzarotti risultò dall’insieme di una proposta la cui ingegneria riguardava  tanto la parte edilizia che quella finanziaria. La gara si svolse e l’Impresa Pizzarotti ne risultò vincitrice. Il Comune si impegnò, concretamente nella stesura di un contratto che prevedeva la remunerazione dell’Impresa mediante la formula della locazione di cosa futura. Fatto sta che dopo un’iniziale entusiastica accoglienza, di cui  la stampa  ha  dato ampiamente  atto, la proposta  fu messa nel dimenticatoio, l’Impresa tenuta in sospensione>>.

 

Il solito gioco a rimpiattino, tanto di moda a Bari. Cos’è accaduto, dopo?

 

<<Fu necessario che la Pizzarotti intraprendesse la via giudiziaria per far accertare l’obbligo del Comune di definire il procedimento. Cosa che il Comune si guardò bene dal fare, costringendo così il Consiglio di Stato ad estrometterlo dal procedimento amministrativo, nominando un ‘Commissario ad Acta’, che si accinse a stipulare lo stesso contratto predisposto dal Comune, nel frattempo intraprendendo la procedura di variante urbanistica già prevista dal bando. Solo in quel momento il Comune -di cui erano state evidenziate in giudizio gravi scorrettezze- sollevò la questione del contrasto di quello stesso contratto che aveva predisposto, con la disciplina comunitaria, “denunciando” lo Stato italiano ed in definitiva, sé stesso. Una precisazione fondamentale. La Corte di Giustizia, dinanzi a cui la Pizzarotti fu sostenuta dallo Stato Italiano e dal Ministero della Giustizia, e fu spalleggiata guardate un po’­ dalla Germania, dichiarò il contrasto con il diritto dell’Unione del contratto predisposto dal Comune di Bari, accompagnato da un quadro ésigenziale, assimilato ad un vero capitolato d’appalto.  Dunque,   era  quel contratto,   predisposto   e proposto   dallo   stesso Comune, incentrato sulla locazione di cosa futura, che contrastava con il diritto dell’Unione, tanto che la stessa Corte di Giustizia ha esplicitamente ammesso, nella stessa sentenza, che altre forme contrattuali avrebbero potuto esser messe in campo, senza determinare violazione del diritto della Unione Europea. Se illegittimità  vi  è stata,  con  riferimento a  quel  contratto, essa  è  derivata dal comportamento e dagli atti dello stesso Comune di Bari>>.

 

E adesso cosa succederà, con le udienze in un tris di tende dinanzi a un palazzaccio inagibile?

 

<<Allo stato attuale la competenza a provvedere è del Ministero della Giustizia, che dovrà operare le sue scelte in un quadro di estrema precarietà e di disagio eclatante. Purtuttavia c’è la concreta e lineare possibilità che, con una formula contrattuale diversa da quella “pensata” a suo tempo dallo stesso Comune di Bari, la Cittadella possa essere realizzata, nella sua completezza e in tempi certi e rapidi. Rimane in ogni caso fermo che il progetto Pizzarotti è rimasto, nel tempo, l’unica iniziativa concreta, possibile e praticabile, per dotare la Città di Bari e, in definitiva, la Regione Puglia, di una Sede Unica degli Uffici Giudiziari, rispondente a tutte le esigenze della funzione giustizia, con requisiti di straordinaria valenza funzionale e ambientale>>.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 16 Giugno 2018

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