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La Commissione sulle periferie sa della mancata autonomia delle ex frazioni?

Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie delle grandi città, Andrea Causin, durante uno dei sopralluoghi effettuati nei due giorni baresi della Commissione ha dichiarato che “Bari presenta una realtà molto complessa con aree di forte degrado”. Situazione, questa, che è ben nota a politici ed amministratori baresi di qualsiasi colorazione politica e che da anni chiedono al Governo centrale sempre maggiori risorse, per far fronte alle tante criticità del capoluogo pugliese, senza che, per altro, le provvidenze ottenute in passato siano mai riuscite a colmare, o almeno ridurre, le tante aree degradate di questa città. Anzi, negli ultimi venticinque anni Bari, nonostante i tanti interventi europei, statali e regionali a supporto dell’attività di intervento comunale sul territorio, è riuscita a concretizzare ben poco proprio sul fronte delle periferie cittadine, dove le situazioni di degrado sono notevolmente aumentate anziché diminuire. Gli esempi? E’ sufficiente menzionare i due più clamorosi che riguardano le ex frazioni di Palese e Santo Spirito, da un lato, e Carbonara-Ceglie-Loseto, dall’altro. Infatti, non è certo un caso se negli ultimi quindici anni proprio in queste due realtà periferiche di Bari sono rinate, con forza, antiche e mai del tutto tramontate aspirazioni autonomistiche che prevedono la richiesta di distacco da Bari e la costituzione in due distinti Comuni autonomi. Richiesta, questa, che per Carbonara-Ceglie-Loseto sarebbe il ritorno ad un passato glorioso di realtà amministrativa già indipendente  dal capoluogo, mentre per Palese e Santo Spirito si tratterebbe di una vecchia ed agognata aspirazione, non concretizzatasi in precedenza, sia per l’improvvisa scomparsa, a seguito del suo assassinio, del parlamentare pugliese Giuseppe Di Vagno, che per primo, nel 1921, presentò il disegno di legge che avrebbe reso Comune a se l’allora ex frazione a mare di Modugno, ossia Palese. Ma veniamo alle ragioni della recente visita barese della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie.    “L’obiettivo di questa due giorni – ha dichiarato inoltre Causin – è capire quali sono i problemi reali parlando con chi si impegna tutti i giorni e con i cittadini”. Però, per conoscere se i componenti della Commissione sono stati messi effettivamente nelle condizioni di conoscere a fondo le ragioni del degrado che pervade talune popolose periferie extra urbane di Bari, quali sono per l’appunto Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto, bisognerebbe al riguardo capire se coloro con cui i membri della citata Commissione hanno interloquito durante i sopralluoghi abbiano riferito loro tutti gli elementi valutativi necessari ad approfondire le cause per cui si è giunti a simili contesti, oppure si sia trattato dei soliti “piagnistei” finalizzati all’ottenimento dai governanti nazionali di turno di laute e particolari “mance” per l’Ente comunale di appartenenza. Infatti, il sospetto che, alla fine, di questo si sia trattato è suffragato dal fatto che il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha accompagnato la Commissione nella visita, ha rilevato le criticità delle  periferie  baresi che consisterebbero innanzitutto in mancanza di “integrazione, questioni economiche e sociali, mancanza di spazi per la socializzazione”, sottolineando la necessità che “il fondo messo a disposizione dei Comuni per le  periferie  diventi stabile”. Infatti, ha pure dichiarato il Primo cittadino barese: “Occorre un finanziamento costante che consenta ai Comuni di programmare la riqualificazione, in una vera e propria operazione di rammendo dal punto di vista urbanistico”. E qui, però, non sappiamo se Decaro abbia parlato più da presidente dell’Anci o da sindaco del capoluogo. In quanto, nel primo caso la generalizzazione della richiesta potrebbe anche starci. Invece, nel secondo caso  si tratterebbe solo di un’ennesima richiesta di “mancia” per il Comune di Bari, che ancora una volta, come è già successo in passato, incamererà i finanziamenti speciali quando arriveranno, li spenderà pure secondo quelli che saranno i progetti, ma verosimilmente non risolverà i problemi delle periferie come Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto. Infatti, in queste realtà extra urbane, quello che non funziona da parte del Comune di Bari è la gestione ordinaria delle risorse collettive, prima ancora di quella straordinaria. Perciò, verrebbe da chiedere al sindaco Decaro, se nelle periferie degradate baresi “mancano gli spazi di socializzazione”, – come lui stesso ha rilevato – la colpa di chi è, se non del Comune che gestisce queste periferie, sbagliando programmazione ed interventi? Ma c’è di più. Quello che il sindaco Decaro quasi certamente non ha detto ai componenti della suddetta Commissione è che per le periferie extraurbane come Palese- Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto il Comune di Bari spende complessivamente all’incirca un decimo di ciò che riceve in termini di gettito fiscale dai contribuenti di entrambe queste aree ora sempre più periferiche, ma un tempo, benché meno popolose, fiorenti realtà paesane. Quindi, il vero problema, almeno per le ex frazioni baresi che amministrativamente voglio staccarsi da Bari, non sono le risorse economiche che scarseggiano, ma il fatto che da almeno un paio di decenni Bari, per diverse ragioni (non ultime anche di carattere organizzativo e normativo, vedi elezione diretta del sindaco e della rappresentanza locale, nuove norme che regolano la finanza locale, ecc.), non è più in grado di gestire in modo avveduto ed al meglio popolosi territori periferici, distanti oltre dieci chilometri dal centro cittadino, quali sono per l’appunto quelli delle ex frazioni baresi indipendentiste. Infatti, la madre di tutte le “disgrazie” del quartiere San Pio (già Enziteto) di Santo Spirito, come pure per l’intero ‘Municipio 5’ di decentramento amministrativo, ossia Palese e Santo Spirito (oltre 30mila residenti), è quello di dipendere politicamente ed amministrativamente ancora da Bari. E, quindi, di non essere ancora un Comune autonomo. Un diritto, quello all’indipendenza amministrativa territoriale, sancito – come è noto – dalla Costituzione repubblicana, ma che dal Comune di Bari è invece inteso quasi come una “concessione”  da fare ad una fetta consistente di popolazione che ad esso non intende più sottostare, per ragioni evidenti e fin troppo motivate. Ma di tutto questo alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie in visita a Bari verosimilmente nessuno ne ha parlato. Neppure il presidente del V Municipio di Bari, Gianni Moretti, nella cui giurisdizione ricade l’ultra degradato rione “San Pio” (Enziteto) e che di tutti i disservizi ed altre criticità territoriali di Palese e Santo Spirito  è, insieme al consiglio municipale, il “parafulmine” dell’effettivo ed unico responsabile gestionale, ossia il Comune di Bari che, in definitiva, è anche l’Ente che corrisponde loro indennità e gettoni, per essere complici, compiacenti e silenti sulla mala gestione. Ma questo è tutto un altro discorso.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 14 Giugno 2017

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