Cronaca

La Consob “condanna” la Popolare di Bari a risarcire un’azionista

La Banca Popolare di Bari è stata condannata dalla Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa) a risarcire una sua cliente, difesa dall’avvocato Antonio Pinto, per aver  violato alcuni obblighi nella vendita delle proprie azioni  alla stessa che, in qualità di socio, ha attivato l’Acf (Arbitro per le controversie finanziarie) cha fa capo all’Organo di controllo societario e borsistico guidato da Giuseppe Vegas, affinché ottenesse l’annullamento dell’acquisto delle azioni a suo tempo effettuato. Però, con decisione n.138 del 5 dicembre scorso l’Acf, pur avendo accertato e dichiarato la Banca Popolare di Bari responsabile di alcune violazioni negli obblighi di vendita delle proprie quote azionarie alla medesima cliente, non accolto la domanda di invalidità del contratto di acquisto e, quindi, la ricorrente è rimasta titolare delle azioni, ma ha comunque condannato la Bpb a risarcire parzialmente l’azionista per i danni subiti a causa della non ottemperanza di taluni obblighi previsti in materia di transazioni finanziarie. E questo nonostante l’azionista avesse firmato vari documenti contenenti dichiarazioni a se sfavorevoli. Infatti, l’Acf della Consob ha quantificato i danni da risarcire alla ricorrente in una misura pari alla differenza fra il prezzo di acquisto e l’ultimo valore delle azioni risultante dalla quotazione attuale di 6,30 Euro, oltre ad interessi e rivalutazione monetaria. Il presidente del Comitato di tutela degli azionisti della Bpb che evidentemente sono in attesa di monetizzare i titoli, Canio Trione, ha sottolineato che è una prima decisione favorevole ai soci ottenuta dai legali del Comitato da lui guidato e composto da ben sette associazioni di consumatori, ossia da Codici, Codacons, Adusbef, Adiconsum, Unc, Assoconsum e Confconsumatori. “Auspichiamo – ha dichiarato Trione – che la Banca assieme al Comitato pervenga al più presto alla individuazione di soluzioni di ‘sistema’ che vadano incontro alle richieste dell’intera platea dei risparmiatori-azionisti della banca”. “Sforzo – ha sottolineato inoltre il presidente del Comitato degli azionisti – che, ove necessario, deve coinvolgere anche le Istituzioni pubbliche”. Il legale Vincenzo Laudadio dell’Adusbef  ha poi precisato che: “Se la banca non dovesse ottemperare alle decisioni dell’Acf, come Comitato proporremo di fare quello che la legge ci consente, ossia chiedere ad un Tribunale, con un procedimento di cognizione sommaria ex art. 702 bis c.p.c., di condannare la banca a risarcire quanto dovuto”. In proposito si registra anche una dichiarazione dell’avvocato Alessandro Amato, che fa capo ad un’altra associazione di consumatori. Infatti, il Codacons chiede, per sua voce, che la Banca descriva al Comitato ed agli azionisti l’operazione di cessione dei crediti deteriorati, di cui il 5 dicembre sono stati divulgati sul sito Bpb alcuni termini, chiarendo meglio i contenuti dell’operazione e le conseguenze sul prossimo bilancio. Conseguenze che, come è noto, si ripercuoteranno comunque negativamente sul patrimonio netto dell’Istituto bancario barese. Il Comitato di tutela presieduto da Trione, inoltre, ha reso noto che la Consulta ha fissato per il prossimo 20 Marzo l’udienza per la discussione sulla costituzionalità della legge di conversione n. 3/2015 del D.L. 33/2015 dell’ex governo Renzi, riguardante l’obbligo di trasformazione in società per azioni delle Banche popolari con attivo patrimoniale netto superiore ad 8 mld di Euro e sulla relativa compressione del diritto di recesso prevista dalle suddette norme, ricordando che tra i promotori del ricorso da cui è poi scaturita l’eccezione di incostituzionalità al vaglio della Consulta a marzo del 2018 figura anche l’Adusbef, che è una delle associazioni di difesa dei consumatori aderenti al Comitato di tutela degli azionisti della Bpb. Da non dimenticare, inoltre, che da tempo la Bpb è finita nell’occhio del ciclone mediatico non solo per il crollo del mercato di circolazione interna delle proprie azioni e quindi del loro “prezzo” di vendita, ma anche per delle indagini avviate nel 2016 dalla Procura barese, a seguito della svalutazione del titolo “non quotato” (-20%) decisa dai vertici di Bpb e fatta ratificare dall’Assemblea dei soci nella primavera dello stesso anno. Ma come è pure noto – all’attenzione della Magistratura ci sono anche altre situazioni sospette dell’Istituto bancario barese, come l’ipotesi che alcuni “grossi” azionisti siano riusciti a vendere le loro quote sociali poco prima della svalutazione del titolo, saltando ogni graduatoria. E c’è di più. Infatti, oggetto dell’inchiesta della Procura barese, che la scorsa estate ha chiesto ed ottenuto dal Gip una proroga dei termini per la chiusura delle indagini, è anche un’ipotesi di ostacolo alla vigilanza, una per associazione a delinquere e finanche una per maltrattamenti a un dipendente, poi licenziato. Notizie, queste, che  allarmarono non poco Federconsumatori di Bari che, tra le iniziative assunte a tutela dei propri aderenti, detentori di pacchetti di azioni della Banca barese, decise anche di inviare una lettera aperta al ministro dell’Economia, Carlo Padoan, al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e al presidente della Consob, Vegas. Missiva aperta inviata da Federconsumatori alle menzionate Autorità con la quale si evidenziava che da due anni la sede barese di Federconsumatori segnalava  alle Autorità competenti ed alla Magistratura “la grave situazione in cui versa la Banca Popolare di Bari a causa della cattiva gestione della stessa, che ha operato non solo in spregio al diritto di informazione e alla trasparenza delle pratiche commerciali nella collocazione di prodotti finanziari ai soci, ma anche in violazione del Testo Unico Finanziario, del Regolamento Consob, della Direttiva Mifid e del D.L. 58/9”. Ed a seguito di dette lamentele il noto sodalizio di consumatori  chiedeva alle competenti Autorità un intervento straordinario sulla “governance” dell’Istituto bancario barese. Ovvero il suo commissariamento, al fine di una maggior tutela dei clienti e risparmiatori, oltre che dei circa 70mila soci-azionisti.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 12 Dicembre 2017

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