La consultazione è politica, ma le conseguenze saranno locali
Il voto di domenica prossima è per il rinnovo delle due Assemblee legislative nazionali, Camera e Senato, però in Puglia e, in particolare a Bari, i risvolti saranno anche di livello locale. Infatti, la partita elettorale pugliese non potrà non avere anche conseguenze all’interno della coalizione di centrosinistra che governa la Regione Puglia e di quella analoga che amministra il Comune di Bari ed ha anche il controllo della Città metropolitana del capoluogo. Quindi, i risultati della consultazione politica di domenica prossima agiteranno non poco il maggior partito del centrosinistra locale, ossia il Pd di Michele Emiliano ed Antonio Decaro, che se dovesse avere una performance elettorale poco entusiasmante in Puglia, e in particolar modo nella città di Bari, le conseguenze politiche all’interno sia dello stesso Pd che della coalizione di cui è parte saranno verosimilmente negative, poiché diversi esponenti istituzionali che fanno parte dei consessi elettivi che sostengono rispettivamente Emiliano e Decaro potrebbero entrare in fibrillazione dopo il 4 marzo, a seguito di un risultato sfavorevole al centrosinistra e al Pd in particolare. E questo perché già da tempo esistono fibrillazioni e sfilacciamenti vari sia alla Regione che al Comune di Bari, dove il sindaco Decaro, almeno in apparenza renziano, dovrebbe essere il primo a misurarsi, dopo le politiche di domenica prossima, con gli elettori in un importante turno di elezioni amministrative nel 2019 che anche avrà rilevanza nazionale. Pertanto queste elezioni politiche, sia a Bari che in Puglia, saranno un importante termometro per verificare la tenuta elettorale del centrosinistra a livello locale, dove amministra ininterrottamente, da oltre decennio, sia la Regione che il suo capoluogo, oltre a numerosi altri grandi centri locali. Ma in Puglia il test elettorale più significativo della prossima domenica per il Pd sarà sicuramente quello di Bari e della sua provincia, non solo perché la figura più rappresentativa del partito, ovvero il segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, è candidato nel collegio uninominale di Bari città ed è capolista nel plurinominale della provincia barese, ma soprattutto per il fatto che sia il primo cittadino, nonché presidente dell’Anci, Decaro, che il governatore Emiliano, leader della corrente “Fronte democratico” in opposizione interna al segretario Matteo Renzi, sono entrambi baresi. E, quindi, proprio in questo territorio costoro dovrebbero essere in grado di coagulare maggiormente il consenso, per poter portare il miglior risultato elettorale possibile al loro partito, anche in forza dell’essere esponenti di spicco nazionale della formazione politica con sede romana a Largo del Nazzareno. Infatti, a sentire qualche addetto ai lavori, data anche l’assoluta preponderanza nelle liste elettorali del Pd di candidati pugliesi e non “importati” da altre località extraregionali, sarebbe paradossale un risultato deludente per il partito di Renzi che, per la tornata elettorale di domenica prossima, in Puglia si è affidato totalmente ai due “Dioscuri” della politica barese, tanto da essere stati loro in questa regione a suggerire in toto al segretario le candidature nei 24 collegi dell’uninominale (16 per la Camera ed 8 per il Senato) e nei 6 del plurinominale ( i 4 di Montecitorio e 2 di Palazzo Madama). A differenza di quanto è invece avvenuto per il Pd nello scenario di altre regioni, ove il segretario Renzi ha candidato, “dando lui le carte”, nomi senza alcun addentellato o riferimento (seppur lentamente) con il territorio. Ed il caso più emblematico in tal senso è quello dell’aretina Maria Elena Boschi. In definitiva, in Puglia ed ancor di più a Bari e provincia, il Pd di Emiliano e Decaro “si gioca la faccia” anche a livello nazionale. Ed il risultato delle “grandi manovre” locali nelle candidature di Camera e Senato del Pd pugliese lo sapremo nella notte tra domenica e lunedì prossimi, all’apertura delle urne. Mentre quello delle conseguenze politiche che quasi sicuramente scaturiranno da detto risultato lo si potrà constatare nei mesi avvenire, man mano che ci si avvicinerà alle amministrative del 2019 prima ed alle regionali del 2020 dopo. E come recita un noto brano musicale del recente passato, chi vivrà vedrà. Sicuramente le sorprese, gradite o meno, non mancheranno e ci sarà nella politica pugliese altrettanto sicuramente di che divertirsi.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 2 Marzo 2018