Cultura e Spettacoli

La coppia principe di panni tragicomici

La Sorte ci salvi dagli arrivisti, dai parvenu del potere : sono i più dannosi. Si guardi di cosa è capace Pisitero, protagonista di “Uccelli”. Manovrando i padroni del cielo (i sudditi di Upupa) e col sostegno del suo sciacquino (Evelpide), arriva ad avere in pugno uomini e Dei, a farsi nominare successore di Zeus e a suggellare tanta carriera sposando la regina dell’Olimpo. Eppure chi sono Pisitero ed Evelpide se non due omarini, due meschini borghesucci? Con la vecchia arma del sorriso Aristofane prova a migliorare i costumi mettendo in guardia contro i guasti del tollerare l’ascesa di certe figure (Hitler doveva restare un modesto acquerellista…). Alle seduzioni di questo testo cede Fabio Tolledi. Nella sua riscrittura del capolavoro di Aristofane (riscrittura intersecata da alcuni richiami de ‘Il verbo degli uccelli’ del mistico persiano Attar e sostenuta dalla ‘consulenza filosofica’ di Benedetta Zaccarello), Tolledi veste la coppia principe di panni tragicomici. Quasi un duo da avanspettacolo (scoperta l’allusione ai fratelli De Rege, quelli di : Vieni avanti cretino), i due compari si rivelano manipolatori incredibili. Intorno a questa stupefacente cialtroneria si snoda la rivoluzione, anzi, la involuzione di un popolo sereno e inoffensivo. Farsi animali salva? Questo l’interrogativo che striscia in  “Divenire Animale”, ultima produzione di Astragali Teatro che venerdì scorso al Traetta ha chiuso la stagione ConFineCorpo 2012.  Un titolo che si spiega con due affermazioni contenute nel testo : ‘Ci si salva solo se si diventa animali’ e ‘Solo da animali si vive la vita’. L’interrogativo resta sospeso. Un allestimento prezioso. Tolledi strizza l’occhio a Brecht e utilizzando due musicisti a vista (i fratelli  Canio e Gaetano Fidanza al piano e al clarino) e una decina di voci trova come cantare con ironia il personale J’Accuse a un presente globale che inquieta. Il muro elevato a difesa di Nubicuculia, la città degli Uccelli si fa spunto di denuncia non solo del fallimento dei grandi agglomerati urbani ma pure di odiose barriere contemporanee ; espliciti i riferimenti a Guantanamo, i Centri di Accoglienza, la barriera in moduli di calcestruzzo elevata dagli Israeliani al confine con la striscia di Gaza… Frequente e opportuno il ricorso al grottesco ; brillanti alcune schegge come il da-da-umpa del Pappagallo, la morte del cigno, la cacciata degli intrusi e l’addestramento militare che vede i soldati-uccello armati di mestolo e coperchio. Infine l’aspetto coreutico, affidato alla coralità di un cast imponente : La danza degli uccelli è intrigante movimento di lentezza acquatica che alquanto richiama il dondolare morbido di alghe. Varia e dinamica la regia che spesso e con successo allarga l’azione tra platea e palchi. Molti e meritati gli applausi per Lenia Gadaleta, Roberta Quarta, Serena Stifani, Fatima Sai, Antonio Palumbo, Gaetano Fidanza, Iula Marzulli, Manuela Mastria, Eleonice Mastria, Francis Léonési, Tiziana Pezzuto, Simonetta Rotundo, Stefania Romano e Chiara Verardi.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 19 Giugno 2012

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