Cultura e Spettacoli

La coralità in tempesta del Corsaro di Verdi sbarca al Petruzzelli

Una coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e Fondazione Teatro Regio di Parma, per la regia di Lamberto Puggelli. Dirigerà l’Orchestra Stefano Montanari

Dalla cabaletta del terzo atto de “Il Corsaro” di Giuseppe Verdi e di ” quell’istante maledetto” si percepisce il destino di quella che è stata definita una delle più problematiche opere del compositore emiliano. Il Corsaro di Giuseppe Verdi inaugura questa sera la stagione d’ Opera e di Balletto della Fondazione Petruzzelli. Una coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e Fondazione Teatro Regio di Parma, per la regia di Lamberto Puggelli. Dirigerà l’Orchestra Stefano Montanari. Le scene sono di Marco Capuana, i costumi di Vera Marzot, il disegno luci di Andrea Borelli e il maestro del Coro Marco Medved. Oltre alla première ufficiale, quella del 25 ottobre 1848 al Teatro Grande di Trieste, c’è stato però un altro momento negativo, quello della rappresentazione moderna, organizzata oltre un secolo dopo il debutto. Il contratto dell’opera era stato firmato con Francesco Lucca, editore che aveva ottenuto l’impegno di Verdi per quel che riguarda la scrittura di due lavori. Dopo oltre un secolo, per la precisione nel 1963, il direttore d’orchestra e compositore Franco Ferrara decise di organizzare la prima rappresentazione moderna del melodramma. Ad ospitare il ritorno di Corrado, Medora e Seid fu il cortile del Palazzo Ducale e si optò per l’esecuzione in forma di concerto. Nell’articolo di pochi mesi dopo infatti, pubblicato su “Opera”, si racconta dell’indisposizione della soprano Battinelli, priva di voce e costretta a sedersi in più di una occasione, mentre gli altri cantanti completavano insieme le esecuzioni senza di lei. Non era stata prevista alcuna sostituta della cantante. Il concerto fu interrotto verso la fine del terzo atto. I rintocchi del campanile di San Marco annunciarono l’arrivo della mezzanotte, costringendo i musicisti a fermarsi: non si era pensato a quanto sarebbe durata la performance, di conseguenza il campanile era stato bloccato solamente fino alle undici e mezza di sera. Il melodramma contiene diverse caratteristiche che lo rendono affascinante nel suo dipanarsi. La storia fu tratta da un poemetto di George Gordon Byron, “The Corsair”, e l’opera riuscì a circolare in diverse città italiane, tra cui Torino, Milano e Venezia. I pezzi interessanti sono soprattutto il preludio, caratterizzato da una buona concisione ed efficacia, ma anche Non so le tetre immagini, l’aria di Medora. La storia narra le avventure di un gruppo di corsari, tra cui il protagonista Corrado, della sua amata Medora, e ancora del pascià Seid con i suoi soldati musulmani, le odalische e la prediletta Gulnara. “Il Corsaro è un’opera che sa di mare, un’opera dove si sente il mare, come lo si avverte nel Simon Boccanegra. Fatto curioso, se si pensa a Giuseppe Verdi, un uomo così padano, così terragno, eppure proprio lui ha saputo farci avvertire la presenza del mare come se questo elemento occupasse la sua mente. Mi sono mosso allora alla ricerca di quegli elementi che potevano dare conto della semplicità, dell’ingenuità di questo racconto”, dichiara Puggelli. Il noto regista si rifà a Gavazzeni nel senso acceso di romanticismo che intende trasmettere al pubblico, ma nella sua interpretazione vi contrappone qualcosa che si ravvisa nella drammaturgia stessa di quest’opera, una sorta di straniamento epico. Tra le varie scelte, per esempio, c’è quella di abolire le differenze più superficiali tra una scena e l’altra, per ambientare tutta l’opera su di una nave. Lo spettacolo sarà in replica al Teatro Petruzzelli da sabato 18 a giovedì 23 gennaio.

Rossella Cea


Pubblicato il 17 Gennaio 2025

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio