Cronaca

La crisi infuria, il pan ci manca…

La crisi infuria, il pan ci manca, l’occupazione sventola bandiera bianca… Arnaldo Fusinato non ce ne vorrà per questa libertà di parafrase i due versi più noti della sua celebre ‘Ode a Venezia’, composta durante i giorni della sfortunata sollevazione del 1848. La situazione è quella che è. Non bastassero le considerazioni che l’uomo di buon senso trae guardandosi attorno, intervengono i numeri. L’ultimo report dell’Istat sulla povertà in Italia dice che l’incidenza della ‘povertà relativa’ in Puglia tocca il 28,2% ; in soldoni, 282 pugliesi su mille se la passano maluccio. Peggio stanno i siciliani col 29,6% ; beati i trentini, fermi al 4,4%. Ma cos’è questa ‘povertà relativa’? E’ un parametro che indica la difficoltà nel fruire di beni o servizi in rapporto al livello economico medio di una determinata area geografica. Questo livello fa riferimento a una soglia convenzionale adottata internazionalmente che considera povera una famiglia  di due persone  con un consumo inferiore a quello medio procapite nazionale (l’ultima ‘soglia’ è stata fissata in euro 992,46). La povertà relativa  si distingue da quella assoluta, intesa come incapacità di acquisire quei beni e quei servizi necessari a raggiungere uno standard di vita decorosa, sempre in relazione al contesto di appartenenza ; la Banca Mondiale considera la soglia di povertà assoluta al di sotto di 1,25 dollari al giorno pro-capite. Ciò significa che la povertà assoluta è più dura in luoghi come Liberia e Ciad (dove la percentuale tocca l’80) piuttosto che in Puglia, avendo per oggetto la difficoltà nel soddisfare necessità primarie come dissetarsi e nutrirsi. Dopotutto, il barbone barese non ha che da mettersi in coda a una mensa della Caritas per rimediare un pasto decente.  La povertà estrema, dunque, non ci riguarda. Almeno per ora. Stiamo in guardia, però, il sistema sta collassando e più velocemente di quanto possiamo realizzare. Di recente Libera e Gruppo Abele hanno promosso ‘Miseria Ladra’, una campagna nazionale contro tutte le forme di povertà che prende spunto da un dossier che fotografa il Belpaese in termini meno algidi che i numeri Istat. Emerge un quadro sociale “snaturato” che supplisce con la beneficenza a ciò che dovrebbe essere un diritto. ‘Miseria Ladra’ vuol essere una chiamata alle armi per tutte le associazioni di volontariato, per quelle ambientaliste, per le cooperative del sociale. L’obiettivo è confrontarsi a livello nazionale per attivare “azioni di contrasto alla povertà”. Che ‘Miseria Ladra’ non si dimentichi di un capoluogo e di una regione che continuano a indebitarsi o a vivere al di sopra delle proprie possibilità.

Italo Interesse


Pubblicato il 19 Luglio 2013

Articoli Correlati

Back to top button