La danzatrice di Lucera
Nel 1937, pubblicato dall’editore Verlag Brindmann di Monaco di Baviera, usciva ‘Die Tanzerin Von Lucera’ (la danzatrice di Lucera), un romanzo storico ambientato nel medioevo e a firma di Mathilde Von Metzradt, una scrittrice tedesca vissuta nella prima metà del Novecento. La storia è questa : Un giorno a Lucera Manfredi viene attratto da una superba e giovanissima schiava, Semrud, che danza in piazza. Prontamente la fa comprare, ma invano la notte stessa ne cerca l’amore : Semrud non ama i padroni, nemmeno se portano la corona! E ciò che con coraggio grida in faccia al Re. Sdegnato Manfredi la picchia e abbandona il letto. La notte stessa Semrud trova come evadere dal palazzo reale. Il re rinuncia a farla inseguire dai suoi uomini : in fondo, ammira questa ragazza, che a suo modo già gli ha preso il cuore. Più in là ha notizie di lei, e sono le peggiori : Semrud è ora alla corte del peggior nemico degli Hohenstaufen, Carlo I d’Angiò, per il quale danza. Invece di alimentargli la voglia di vendetta, la nuova gli rinnova la pena d’amore. Nell’imminenza dello scontro di Benevento, Manfredi non crede ai suoi occhi : Semrud è tornata… Anche lei, malgrado molte incoerenze, non ha mai dimenticato l’uomo che ha osato rifiutare. L’ultima notte assieme è di conforto al Re, consapevole della fine che l’attende. A distanza di due anni dalla morte di Manfredi, l’amore di Semrud per lui ha un prosieguo attraverso un omaggio agli Hohenstaufen : Quando Corradino di Svevia sale su un palco eretto in Piazza Mercato a Napoli su cui verrà decapitato, Semrud tenta di irrompere fra i soldati per raggiungere lo sventurato giovinetto, ma un colpo di lancia mette fine al gesto pietoso… L’eco dell’opera della scrittrice tedesca raggiunse Lucera all’indomani della sua pubblicazione avvenuta come si è detto nel 1937. L’anno dopo, dalle colonne di ‘Meridiano di Roma’, uno studioso e pubblicista lucerino, Giambattista Gifuni, auspicava che qualche editore volesse farsi carico della traduzione italiana. Sono passati quasi ottant’anni e nulla si muove ancora. In tempi recenti – fra il 2003 e il 2004 – una rivista on line di Lucera, ‘Il Frizzo’, ha provato a sensibilizzare in tal senso le più alte istituzioni cittadine mettendo a disposizione una traduttrice nell’idea di una pubblicazione in doppia lingua. “Ma a parte qualche volenteroso e in alcuni casi passionale interesse di cultori locali (sì, pare ce ne siano tuttora in città: dormienti, forse, ma ci sono) e ‘stranieri’, né l’opinione pubblica del luogo né quella amministrazione dimostrarono un timido accenno di sensibilità”. Ciò non ostante, di recente Il Frizzo ha manifestato l’intenzione di tornare alla carica. Non si può non augurare a questi valorosi colleghi l’auspicato lucerino, e non solo, risveglio delle coscienze.
Italo Interesse
Pubblicato il 3 Marzo 2017