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La denuncia: il depuratore più grande della Puglia senza personale

L'Unione Sindacale di Base ha avviato il confronto con Acquedotto Pugliese ed è pronta a ricorrere al Prefetto

Cosi proprio non va: il più grande impianto di depurazione della Puglia, quello di Bari-Ovest, per i sindacati autonomi rischia il “collasso” per una gestione “sbagliata e miope” del personale in servizio. Ben strano, visto e considerato che parliamo d’un impianto modernizzato in pompa magna e decantato dal Governatore Michele Emiliano in persona non più di tre anni fa. E giusto per dare le proporzioni di questo impianto ancora più funzionale e moderno, esso depura non solo le acque del Comune di Bari, ma serve anche i territori dei comuni di Modugno, Grumo Appula, Binetto, Bitetto, Toritto e Palo del Colle. Insomma, un mega-impianto da 23 milioni di metri/cubi annui di acque trattate e, come detto, autentico <<fiore all’occhiello>> dell’Acquedotto Pugliese che, però, potrebbe profumare non più e, soprattutto, non funzionare più come prima. Pierpaolo Corallo dell’Unione Sindacale di Base parla chiaro: <<Il risvolto della medaglia d’un impianto di tali dimensioni mostra personale all’osso, col rischio concreto che, in pochi giorni, l’impianto venga condotto da un solo operatore per turno>>. Il rischio? <<Quello più concreto è che, nonostante impegno e capacità dei dipendenti al lavoro, si arrivi al collasso dell’impianto, producendo effetti negativi per tutta la collettività. E parliamo -continua Corallo– d’una struttura, come quella di Bari, descritta nel sito Aqp come un “depuratore con sofisticati sistemi operativi” e, dunque, non può essere gestito con personale ridotto proprio all’osso>>. Usb/Puglia ha, perciò, già avviato il confronto con l’azienda di via Cognetti ma, se non dovessero giungere novità importanti, potrebbero essere avviate tutte le iniziative necessarie per tutelare i diritti dei lavoratori. E a questo punto bisogna pure precisare che, a pieno regime, il depuratore del San Paolo, interessato come detto da opere di ammodernamento e potenziamento grazie a finanziamenti di Regione e Autorità idrica pugliese per una trentina di milioni, possiede una capacità di trattamento incrementata da 241mila a 360mila abitanti. Tutto con un beneficio economico quantificabile (…nel lungo periodo, però) in 19,16 euro per ogni euro investito e sui siti si legge pure come quell’impianto che potrebbe essere controllato da un solo operaio a turno, è destinato a rafforzare la capacità idrica dei rioni di Fesca-San Girolamo, Palese, Santo Spirito, parte di Murat e Zona industriale, oltre ai comuni di cui sopra. E non basta. «Molti anni fa, quand’ero sindaco di Bari – ha spiegato Emiliano tra nastri, trombe e rulli di tamburo inaugurali – ogni volta che arrivavamo al San Paolo venivo aggredito dai cittadini, perché la Regione di anni fa non era stata in grado di far funzionare questo depuratore, uno dei principali della Puglia. L’impianto emanava cattivi odori e aveva impatto devastante: un depuratore può essere ricondizionato e ricostruito, non solo per non “puzzare, ma per avere una capacità depurativa di straordinaria qualità. Il motivo per cui la Puglia ha il mare più pulito, è il lavoro di Acquedotto e Regione sul potenziamento e manutenzione  dei grandi depuratori». Bene e visto che l’Ente Regione risulta ancora il principale finanziatore dei bilanci Aqp, un occhio di riguardo sul personale in servizio al mega-impianto barese non guasterebbe proprio…

Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Maggio 2023

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