La fede mi ha aiutato a sopportare il calvario giudiziario”
“La fede, anche se qualcuno potrebbe non crederci, mi ha aiutato molto a sopportare un vero calvario giudiziario “, lo dice Raffaele Sollecito, l’ingegnere informatico di Giovinazzo coinvolto nel caso dell’omicidio della povera Meredith Kercher. Raffaele Sollecito ha da poco dato alle stampe un libro dal titolo “Un passo fuori dalla notte” edito per i tipi di Longanesi, gradevole testo, nel quale ripercorre la sua avventura giudiziaria. Ne parliamo con l’autore.
Ingegner Sollecito, cosa ha ricavato dalla sua vicenda?
“Che ho dovuto combattere contro un sistema giudiziario a dir poco disumano che diventa ancora maggiormente problematico quando il processo è indiziario e il mio lo è stato, perchè non è mai esistito contro di me uno straccio di prova. Piuttosto, ho dovuto combattere contro l’opinione pubblica spesso manipolata”
Ha avuto momenti di sconforto?
“Quando si è accusati da innocenti, di fatti tanto gravi, ci si domanda sempre perché proprio a me, che cosa devo scontare e che cosa sto scontando. Non ho trovato mai risposte davvero convincenti, o una certezza. Eppure io non ho commesso niente di male, ne ero sicuro, ho la coscienza a posto”
Che cosa l’ha aiutato?
“La fede, anche se dicendo questo forse non mi crederanno. Nei momenti difficili, nelle avversità, anche quando tutto pareva perso, ho pregato e ho potuto andare avanti. Penso che avere fede sia un poderoso aiuto, un supporto da non sottovalutare”
Ha pregato solo per se stesso?
“Assolutamente no. Oltre che pregare per me, cosa abbastanza logica, ho pregato a lungo per la mia famiglia, che ha passato momenti difficili, forse peggiori dei miei. E ovviamente, ho pregato, come era giusto, per la povera Meredith. Spero che alla fine il vero assassino venga fuori, non solo per me, ma per una esigenza reale di giustizia”
Dunque, lei si definisce credente…
“Lo sono, e dico anche che lo sono sempre stato. Non me ne vergogno. Indubbiamente non posso essere rappresentato come credente modello, ma ho sempre sostenuto che la fede aiuta, stimola, fa crescere”
Da credente, in che modo valuta la Chiesa cattolica sotto il pontificato di Papa Francesco?
“Apprezzo il Papa argentino. Penso che stia cercando di imporre alla Chiesa un nuovo modello, diverso dal precedente, basato sulla sobrietà e sulla ricerca della povertà, valore che maggiormente si confà alla Chiesa. Ovviamente non so se potrà portare a termine questo disegno che trovo ambizioso, ma anche molto difficile. Da quel che vedo, il caso della fuga di notizie da dentro il Vaticano lo dimostra, il Papa trova delle difficoltà anche abbastanza grandi. Insomma, non sarà una passeggiata di salute”
Ci sono altri motivi per i quali ha simpatia nei confronti dell’attuale Papa?
“Il fatto che porta il nome di Francesco e io sono molto devoto al santo di Assisi. Come sono molto simpatizzante di Padre Pio”.
Cosa può dire della vicenda Vatileaks ?
“Che siamo davanti ad una brutta pagina, nel senso che denota lotte interne antipatiche. Ma con la stessa franchezza, dico che quanto è emerso sulla vita e sul lusso di alcuni uomini di Chiesa addolora molto, se risponde al vero”.
Giubileo della Misericordia, è importante il valore del perdono?
“Lo è, bisogna saper perdonare e dimenticare chi fa del male, guardando al futuro. Quello che sto cercando di fare io, anche se talvolta, pure nella stampa, noto una sorta di preconcetto nei miei riguardi. Evidentemente, scrivere cose inesatte o sgradevoli su di me, e penso alla storia del recente finanziamento regionale, rende. Pazienza. Io vado avanti e prego”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 12 Gennaio 2016