Cultura e Spettacoli

La festa dell’asino o degli stolti

E’ veramente difficile trovare chi ignori le ragioni della festa del 25 dicembre. Chissà che risultati darebbe un sondaggio sul numero degli italiani a conoscenza del perché l’8 dicembre non si va al lavoro. L’uomo della strada non va tanto per il sottile in queste cose. E’ rosso sul calendario? Allora posso alzarmi tardi. Basta. Basta un corno. Quella dell’Immacolata Concezione è festa di precetto, come Natale, Epifania, Pasqua, Ognissanti. La stessa ignoranza che colpisce il giorno dell’Immacolata non esclude altre feste di precetto, ovvero quei giorni in cui i fedeli sono tenuti ad andare a messa oltre ad astenersi “da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere culto a Dio e turbano la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto riposo della mente e del corpo” (Codice di Diritto Canonico, can. 1247).  Giorni, questi, che diventano oggetto di ‘consumo’ nel più pagano spirito. Ad esempio Ferragosto, giorno in cui la gente si scambia auguri di buone vacanze, celebra l’assunzione della Madonna. E la settima domenica successiva alla Pasqua ricorda l’Ascensione del Signore, mentre la domenica successiva al giorno (mobile) della Santissima Trinità è quella del Corpus Domini. C’è infine l’1 gennaio, volgarmente detto di Capodanno. In realtà il primo dell’anno onora Maria Santissima Madre di Dio. Lo stesso giorno però la Chiesa cattolica di rito ambrosiano e la Chiesa ortodossa festeggiano la circoncisione di Gesù. E non finisce qui poiché quella di Capodanno una volta era pure la Festa dell’asino o degli stolti. Nel medioevo il primo gennaio si usava inscenare per strada l’ingresso di Gesù in Gerusalemme in sella al celebre asinello. In groppa al somaro veniva posto lo scemo del paese che sfilava in mezzo ai lazzi della plebaglia. Era occasione per fare baldoria in un clima pre-carnevalesco : alcuni si mascheravano, altri giocavano ai dadi, gozzovigliavano oppure prendevano diletto a investire altri psicolabili dell’abito di prete, di vescovo o cardinale accompagnando il rito con pseudo preghiere al termine delle quali anziché dire amen si ragliava. A causa di questo spirito troppo godereccio e sottilmente blasfemo la festa degli stolti venne soppressa. Andando indietro nel tempo viene fuori che la festa degli stolti ha origini antichissime. I Quirinalia erano una festività romana istituita da Numa Pompilio, che ricorreva il 17 febbraio ed era dedicata al dio Quirino. Nel giorno dedicato a questo dio era concesso di celebrare il rito della prima torrefazione del farro a coloro che non lo avevano fatto in precedenza, cioè nel giorno prescritto dalla propria curia (elemento di suddivisione del composito popolo della Roma dei primordi in base all’appartenenza alle tribù d’origine). In tal modo coloro che per forza di cose o per propria volontà si erano sottratti all’ordine curiale (e perciò qualificabili come stolti rispetto all’ordine stesso) rimediavano sul piano religioso rifugiandosi nel dio Quirino, la cui festa era appunto detta ‘festa degli stolti’ (stultorum feriae).

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 10 Dicembre 2014

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