Cultura e Spettacoli

La figlia del Re impugnò le armi e…

Formatasi a Bari nel 1993, Terrae, questa realtà musicale che da sempre si raccoglie intorno a Rocco Capri Chiumarulo e Paolo Mastronardi, torna in sala d’incisione per il suo settimo cd. ‘Figliadorrè, vita immaginaria di una brigantessa’ è concept album che torna con nuovi contributi sul tema dello scontro tra le ben efficienti forze del neonato Regno d’Italia e le bande di Insorti che, male armati e peggio equipaggiati, si sollevarono contro l’invasore insanguinando il nostro Mezzogiorno all’indomani dell’Unità d’Italia. Il disco si avvale dei testi di Stefano di Lauro, musicati e arrangiati dallo stesso insieme a Paolo Mastronardi. Abbiamo chiesto a quest’ultimo come mai il disco non è uscito due anni fa, in occasione del 150enario. – “Una scelta. Abbiamo pensato di non uniformarci a  questa specie di sbornia collettiva per far decantare le cose e lavorare sulle stesse con maggiore lucidità. Figliadorrè, in fondo, vuol essere una controcelebrazione” – Per questo avete scelto come protagonista una donna… – “Esattamente. Una donna immaginaria nella quale simbolicamente prende corpo il contributo di migliaia di donne che ignorate dalla Storia (o nel migliore dei casi, diffamate), anche senza impugnare le armi, col solo fiancheggiare i Ribelli diedero un contributo determinante a quella forma di Resistenza”.  – Quale la cosa che più vi inorgoglisce di questa nuova fatica? – “Certamente il tenore delle collaborazioni volontarie. Figliadorrè può vantare un cameo di Eugenio Bennato e la firma di Pino Aprile in prefazione. E non minore motivo di vanto è vedere questo disco realizzato in coproduzione con la Verterecords, nuova label della Sorriso Edizioni Musicali, e distribuito da una società prestigiosa come la Ducale”.  – Musicalmente cosa differenzia Figliadorrè dalle incisioni precedenti? – “C’è qui un lavoro più meticoloso che in passato a livello di scrittura ritmica, melodica e armonica e che ha preso le mosse da forme tradizionali come la tarantella, la marcia, la tammurriata, la ballata e la villanella, che poi cerca di superare”. – Ciò fa pensare a uno strumentario piuttosto ampio… – “Non poteva essere diversamente. Avevamo bisogno di colori intensi, di intrecci sonori particolarmente incisivi, di non limitarci alla musica di genere ma di allargarci verso una forma originale di world fusion. Ciò spiega il gran numero di esecutori. Con me, siamo in sette. Poi ci sono sei ospiti… e il cameo di Bennato”. – Dove e quando presenterete Figliadorrè? – “Certamente in Puglia, entro dicembre ci auguriamo. Sarebbe il modo più bello di suggellare vent’anni di lavoro appassionato”.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Novembre 2013

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