Cultura e Spettacoli

La francoanellite, primato minerale

Essendo quasi interamente costituito da rocce calcaree, il sottosuolo pugliese presenta scarsi giacimenti minerari, ad eccezione del carparo. Questa pietra calcarenitica che a seconda delle caratteristiche si presenta tenace o tenera, bianca o giallastra  e che tanta parte ha avuto nella composizione del nostro patrimonio architettonico è da sempre oggetto di intenso sfruttamento industriale. Ma il numero di queste cave resta imprecisato malgrado l’istituzione del Catasto regionale delle attività estrattive ; si presume siano più di cento, tre quarti delle quali in disuso da anni. A parte questo, una volta il nostro territorio produceva molta bauxite, una roccia sedimentaria che è la principale fonte per la produzione di alluminio. I maggiori giacimenti si collocano ad Otranto, Spinazzola e San Giovanni Rotondo. Sottoposte ad intenso sfruttamento  dagli inizi dell’autarchia (1936), queste miniere sono state abbandonate nei primi anni settanta per l’esaurirsi dei filoni (a Otranto la scavo si è riempito naturalmente di acque di falda ; si è creato così un piccolo ecosistema lacustre di notevole bellezza e che costituisce un significativo esempio di ri-naturalizzazione spontanea di un ambiente antropizzato). Quanto al resto, si segnalano da noi depositi di calcite e ‘affioramenti’ di un qualche interesse : magnetite (Francavilla Fontana), manganese (Capo di Santa Maria di Leuca) e fosforite, ancora nel territorio di Leuca ;  la modestia dei quantitativi di questi minerali non ha mai consentito alcuno sfruttamento. Nonostante tanta penuria, però, la Puglia può vantare un primato ; un minerale rarissimo, trovato per la prima volta nelle grotte di Castellana : la francoanellite. Si tratta di un fosfato acido idrato di alluminio e potassio, dal colore bianco-giallastro, a forma di piramide triangolare generato dalla reazione del guano prodotto dai chirotteri e depositatosi sulla cosiddetta ‘terra rossa’, una varietà terrosa tipica delle aree carsiche e caratterizzata da una forte presenza di ossido di ferro. La francoanellite è stata battezzata così in memoria del Prof. Franco Anelli, l’illustre naturalista e geologo lodigiano che il 23 gennaio 1938 scoprì le grotte di Castellana (a rinvenire il minerale fu invece un gruppo di studiosi, nel 1976 ; la catalogazione avvenne negli anni ottanta). La francoanellite è presente in Italia nella Grotta Due Piani sul Carso nel comune di Sagrado, vicino Gorizia, e nella Grotta della Rondinella a Polignano a Mare. Nel resto del mondo se ne trovano tracce in America (Rabbit Cave, San Francisco) e in Australia (Cave Deposit, Canberra). – Nell’immagine, un blocco di calcite.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Giugno 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio