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La fusione della Popolare di Bari con Mps e Carige sarebbe “insostenibile”

 

Il progetto di costituire un unico grande istituto bancario fondendo Monte dei Paschi di Siena, Banca Carige e Banca Popolare di Bari è un’ipotesi che porterebbe alla costituzione di nuova banca non sostenibile sotto l’aspetto reddituale, in quanto tale progetto darebbe vita ad un istituto simile al Banco Bpm per volumi, ma con una redditività molto bassa e difficilmente sostenibile in un panorama economico quale quello attuale. A sostenere tale tesi è la “Fondazione Elio Porino” che, con uno studio ‘ad hoc’, ha analizzato gli sviluppi di una possibile fusione a tre degli innanzi citati istituti bancari che negli ultimi anni sono rimasti in vita grazie a massicci interventi di ricapitalizzazione diretta, nel caso di Mps, o indiretta dello Stato, nei casi di Carige e Bpb. Infatti, dallo studio della “Fondazione Elio Porino” emerge che l’apporto maggiore, rapportato sul totale dell’attivo, sarebbe di Mps e sarebbe pari all’80% del complessivo; mentre Carige apporterebbe il 12% e Banca Popolare di Bari l’8%. Però, la fusione fra le tre banche avrebbe il pregio di riuscire a dare una copertura integrale in termini di sportelli su tutto il territorio nazionale, anche se è il caso di chiedersi se oggi, con la digitalizzazione che avanza, ha ancora senso avere uno sportello ogni volta che vi è un campanile, pur considerando la presenza delle banche un deterrente contro l’usura. “La creazione di grandi banche, così come si sta delineando, – ha commentato il presidente della Fondazione Porino, Massimo Masi – comporterà la concorrenza sui prezzi dei servizi finanziari e questo metterà a rischio i competitor più fragili”. Masi, però, ha rilevato anche che “Oggi non vi è una lunga fila di investitori che vogliono partecipare alle fusioni bancarie e questo è un sintomo di come il settore non sia attraente nel lungo periodo, salvo che una banca non serva come piattaforma distributiva di prodotti, per cui Bper (ndr – Banca popolare dell’Emilia-Romagna) diventa strategica per Unipol”. Quindi, il progetto di fusione fra le tre banche innanzi citate, oggi più che mai, è una scommessa condizionata dall’economia, perché la struttura economica post Covid-19 del nostro Paese sarà radicalmente diversa e molte attività verranno chiuse o ridimensionate nei volumi d’affari sviluppati in precedenza. Pertanto, ha dichiarato il direttore del “Centro Studi Orietta Guerra” che eseguito l’analisi commissionata dalla Fondazione Porino, Roberto Telatin, “il valore di un istituto non è tanto nel valore dei crediti ma nella raccolta e soprattutto negli sportelli che servono per vendere qualsiasi prodotto”. “Per questo – ha affermato Telatin – crediamo che ipotizzare un coinvolgimento del mondo assicurativo nella ridefinizione del sistema bancario non sia errato”. Perciò, secondo lo studio svolto dalla Fondazione Porino, il modello a cui guardare è rappresentato da Poste Italiane, che vende prodotti finanziari e assicurativi e con la logistica è il terminale dell’e-commerce. Entrando invece nel merito dei “numeri” dell’analisi risulta che escludendo gli Npl (Non performing loans), che per Mps devono essere nettati dall’operazione Hydra (-4,4 miliardi di Npl netti ceduti) e che porterebbero un teorico Npe ratio (Non performing exposures) netto al 3% post fusione, in linea con le aspettative del mercato, ci sono alcuni elementi da valutare con attenzione. Più in particolare, in Monte dei Paschi di Siena vi sono vertenze legali classificate come esborso probabile per 2,8 miliardi di euro e richieste extragiudiziali probabili per 4,6 miliardi di euro. E questi probabili debiti sono sicuramente dei “macigni che bloccano lo sviluppo della banca, sia nell’ipotesi di fusione che di cessione” – ha sottolineato la Fondazione Porino. Mentre la composizione dei crediti, soprattutto per Carige, evidenzia come il 48,1% dei finanziamenti sia stato erogato in Liguria, dove la banca raccoglie il 67% della provvista. Aspetto, questo, che lega moltissimo l’istituto genovese all’economia regionale, che in questo momento accusa pesantemente la crisi del turismo e della cantieristica. Invece, la Banca Popolare di Bari concentra la maggior parte della sua attività in quattro regioni del Sud (Puglia, Abruzzo, Basilicata e Campania), dove effettua oltre il 70% degli impieghi e il 77% della raccolta del gruppo. E questo legame così stretto con il territorio, in questo momento particolare di crisi economica, non promette nulla di buono per il futuro. Poi, nel confronto con Banco Bpm, la fusione tra Mps, Carige e Bpb originerebbe circa 2.202 sportelli della nuova banca a fronte dei 1.808 di Bpm. Un numero così elevato di sportelli (394 in più di Bpm) non sembra giustificato infatti dalle masse gestite di crediti e di raccolta. Per cui si dovrebbe necessariamente procedere a una chiusura o cessione di parte di essi, per rientrare nei “parametri” necessari a rendere proficua l’operazione di fusione. Il personale derivante dalla fusione sarebbe pari a 28.682 unità lavorative. A questo totale bisognerebbe togliere 2.670 esuberi ed eventuali ulteriori esuberi frutto di accordi (prepensionamenti, passaggi ad altri istituti, ecc.). In ogni caso, anche al netto di eventuali possibili riduzioni, il personale residuale che rimarrebbe in forza alla nuova banca sarebbe
comunque superiore al personale di Banco Bpm (21.923). Potrebbero quindi esserci ancora da 3.000 a 5.000 esuberi circa, soprattutto nelle strutture centrali, che oggi occupano circa il 25% dei dipendenti, ma che tendenzialmente dovrebbero diminuire molto di più rispetto alla rete commerciale. Aggiungendo a tutto ciò il fatto che il Mol delle tre banche oggetto dell’ipotesi di fusione (Mps, Carige e Bpb) è circa la metà della banca presa come benchmark, il Banco Bpm, emergerebbe che il paventato progetto – secondo tale studio della Fondazione Porino – è poco appetibile, e quindi altamente sconsigliabile, proprio per la sua insostenibilità ai fini reddituali e di competitività finale sul mercato bancario globale.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 24 Dicembre 2020

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