Cultura e Spettacoli

La ‘gaeta’ si impose sulla costa barese

Tre anni fa sono entrate in vigore nuove disposizioni in materia di pesca a strascico : esse prevedono l’obbligo di impiegare reti dalle maglie più larghe e di calarle in mare a non meno di tre miglia dalla costa. Le ragioni della recrudescenza di una normativa già severissima verso questo tipo di pesca sono note : le reti a strascico, distruggendo  i fondali, impediscono il ripopolamento ittico. I mari di tutto il mondo si stanno impoverendo: Il Mediterraneo non è escluso da questa emergenza. Anche  l’Adriatico, che pure di questo mare resta lo specchio d’acqua più pescoso, mostra segni di notevole diminuzione del pesce pelagico (sardina, sgombro) e di altre specie di quel gruppo comunemente detto ‘pesce azzurro’. I pescatori dell’Adriatico protestano in blocco ; i più arrabbiati sono quelli pugliesi. Ignorano di espirare colpe commesse dai loro antenati di due secoli fa. In un interessante studio di Biagio Salvemini, ‘I pescatori pugliesi tra metà Settecento e anni trenta del Novecento’, dove si parla di pesca a strascico si legge che “riferendosi ai pescatori napoletani e pugliesi agenti nel golfo di Gaeta, i pescivendoli romani attribuiscono già nel 1781 la diminuzione del prodotto ittico agli ordegni chiamate paranzelle”.  Ciò significa che verso la metà del Settecento la pesca a strascico effettuata con l’impiego di piccole paranze costituiva una novità assoluta e che a praticarla – con esiti devastanti – nel braccio di mare più pescoso d’Italia, quello di Gaeta, erano uomini di Napoli e di Puglia. Dopo le proteste dei pescivendoli da Napoli a Roma, ritroviamo la pesca a strascico praticata da equipaggi pugliesi lungo le nostre coste. “La gaeta, continua Salvemini, prese stabilmente piede sulla costa di Terra di Bari, dove la resistenza dei pescatori costieri era ben minore”. Ciò avvenne non più con l’utilizzo della paranza ma di altra imbarcazione : la gaeta. Il nome di quest’altra barca da pesca non tragga in inganno, la città campana non c’entra. ‘Gaeta’ viene da ‘gajeta’, che in lingua dalmata indica un tipo di ‘barca da pesca’ comunissimo un tempo nell’Adriatico e originario proprio della Dalmazia centro meridionale. Un tipo di imbarcazione piuttosto veloce e agile, tra l’altro assai versatile, tanto da rivelarsi preziosa pure per il trasporto e persino per guerra e pirateria ; nell’isola di Comisa era in uso una variante  di questa imbarcazione, la gajeta falkusa, la gaeta falcata, una barca dalle fiancate rialzate (falcate) per il contenimento delle reti. Tornando alla tecnica della pesca a strascico, chi ne furono gli inventori, i pescatori napoletani o quelli pugliesi? Propendiamo per i primi, geograficamente più vicini alle acque di Gaeta. Una scoperta avvenuta forse per caso e che pescatori pugliesi seppero perfezionare al punto da andare a praticarla nelle acqua di casa senza più dover affrontare faticose trasferte.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Maggio 2013

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