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La Gentile prova a ricucire lo strappo nel centrosinistra con il neo partito di Renzi

L’ex europarlamentare ed ex consigliera ed assessore regionale pugliese del Pd, Elena Gentile, ora candidata alle primarie del 12 gennaio prossimo per la scelta del nome da indicare alla guida della coalizione in Puglia per il governo della Regione, prova a ricucire lo strappo presente all’interno del centrosinistra locale, tra il neo partito fondato da Matteo Renzi ed il governatore pugliese uscente, Michele Emiliano, anch’egli in lista alle primarie del prossimo anno per la riconferma a candidato presidente. Infatti, dopo le dichiarazioni della scorsa settimana a Lecce del leader pugliese di “Italia viva”, il ministro alle Politiche agricole e forestali, la salentina Teresa Bellanova, l’ex eurodeputata Pd di Cerignola è intervenuta a salvaguardia della compattezza del centrosinistra, affinché in Puglia non accada ciò che il ministro Bellanova ha sostanzialmente lasciato intendere nel corso di un suo discorso ad un’assemblea pubblica nel capoluogo salentino.  Stante alle parole del leader pugliese di “Italia viva” la componente pugliese del partito di Renzi alle prossime regionali non è intenzionata a sostenere nessuno dei quattro nomi in corsa per le primarie di gennaio del 2020. E, quindi, che “Italia viva” alle elezioni pugliesi della prossima primavera o presenterà un proprio candidato alternativo a quello indicato dalle primarie, oppure potrebbe addirittura defilarsi dalla competizione, non sostenendo il candidato del centrosinistra tradizionale, soprattutto se a guidare tale coalizione sarà, come è assai probabile che sia, il governatore pugliese uscente, Emiliano. Mosse, queste, che se attuate – secondo Gentile – favorirebbero entrambe il candidato governatore del centrodestra, che avrebbe molte più possibilità di vittoria di quanto ne avrebbe, invece, se il centrosinistra pugliese tradizionale potesse contare anche sul sostegno dichiarato di “Italia viva”. Di qui l’invito alla Bellanova a non trasformare la contesa delle prossime regionali pugliesi in un “incontro di boxe”, ma ad essere partecipe con il suo partito alle primarie del 12 gennaio, discutendo e confrontandosi “sui limiti e sulle contraddizioni di un’esperienza di governo”, ovvero quella guidata dall’uscente Emiliano, al fine di “lanciare una visione della Puglia diversa da quella in chiaroscuro di questi anni”. E l’argomento su cui ha puntato Gentile per tentare di dissuadere in Puglia il partito di “Italia viva”  dai propositi annunciati da Bellanova, è quello di non dare importanza alle ragguardevoli distanze politiche che permangono tra il partito di Renzi ed il governatore Emiliano. Infatti l’ex eurodeputata, e prima ancora assessore alla Sanità dell’ex giunta Vendola, ha affermato che “la decisione di ‘Italia viva’ di rimanere fuori dalla competizione” delle primarie non fa altro che “rafforzare Emiliano” nel voto ai gazebo, poiché evidentemente lo metterebbe in condizioni di avere un ulteriore vantaggio rispetto agli altri suoi rivali (oltre alla stessa Gentile, saranno presenti – come è noto – anche il consigliere regionale fasanese Fabiano Amati ed il sociologo barese Leo Palmisano). Per questo Gentile, poi, ha anche invitato Bellanova a pensare alle primarie come un’utile “occasione per  ricostruire una storia insieme”. Una storia che – come è pure noto – affonda le proprie radici nella comune appartenenza di entrambe al vecchio Pci prima ed al Pds, Ds e Pd dopo. E, quindi, anche nelle comuni battaglie socio-politiche e valoriali combattute da militanti di tali formazioni partitiche. Per cui – secondo Gentile – la bocciatura “tout court” delle primarie pugliesi del centrosinistra da parte di Bellanova sarebbe una incomprensibile “forzatura” perché, con le primarie, la candidatura a Presidente della Regione nel centrosinistra è ancora “contendibile”. In definitiva, per Gentile le primarie non sono “una partita che si vive nel ceto politico”, ma sono una partita da giocare “nel campo di confronto con i cittadini e le cittadine e con il ceto popolare” con i quali la stessa ex eurodeputata ha dichiarato di aver “sempre lavorato”.  Di qui la convinzione dell’unica donna sfidante di Emiliano alle primarie di poter vincere la sfida per la guida della coalizione di centrosinistra alle prossime regionali e l’invito alla sua ex collega di partito, Bellanova, a dare la disponibilità per un confronto diretto, prescindendo dalla sua posizione e ruoli, per i quali Gentile si è dichiarata comunque entusiasta, perché Bellanova rappresenta anche la sua “agenda dei valori e dei diritti”. Da non dimenticare, inoltre, che Gentile alle elezioni del penultimo congresso del Pd per la scelta del segretario nazionale figurava in Puglia, insieme alla Bellanova, tra i sostenitori di Renzi, quando a sfidarlo nella conta, oltre all’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, c’era anche il governatore pugliese, Emiliano. Ma all’epoca a sostenere Renzi come segretario in Puglia c’era anche il consigliere regionale Amati, che ora sarà rivale di Emiliano primarie per la candidatura a governatore, ma anche della stessa Gentile. Però, appare improbabile che Bellanova (e quindi l’anima pugliese di “Italia viva”) possa cambiare idea e sostenere Gentile alle primarie solo in virtù di un’antica appartenenza politica o condivisioni di valori dal momento che le ragioni per cui il partito pugliese di Renzi si è sfilato dalla contesa interna al centrosinistra non sembra solo dovuta all’abissale distanza che lo divide dal modo di far politica del governatore Emiliano. Ed almeno questo l’ex eurodeputata foggiana del Pd dovrebbe forse saperlo. Però ci ha provato lo stesso.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Novembre 2019

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