Cultura e Spettacoli

La goletta che non vide le ‘sue’ Tremiti

Molte navi, da guerra e non, hanno portato nomi che omaggiano la nostra terra. (torpediniera Puglia, incrociatore Bari, motonave Barletta…). In mezzo a piroscafi, mercantili e incrociatori ausiliari non potevano mancare le golette. Erano queste imbarcazioni a vela, ovvero bastimenti a due alberi. Le golette erano navi versatili, prestandosi a trasportare indifferentemente merci e passeggeri. Essendo agili e alquanto veloci, vennero impiegate anche per scopi militari. Nel 1864 il neonato Stato Italiano commissionò all’Ansaldo cinque golette a elica da adibire al servizio di guardia costiera per contrastare, soprattutto nel Mezzogiorno, il contrabbando, la fuga dei renitenti alla leva, la piccola pirateria e l’emigrazione clandestina. Una di queste golette si chiamava Tremiti. Impostata nei cantieri di Castellammare di Stabia nel 1876, la Tremiti venne varata nel 1867 e completata nel 1869. Armata con due cannoni da 80 mm., l’unità aveva 37 uomini di equipaggio e raggiungeva la velocità di 8 nodi. La prima missione di rilievo risale al 1870, anno in cui l’unità venne inviata a pattugliare le acque di Caprera per impedire una eventuale partenza di Giuseppe Garibaldi (che il governo voleva confinato nella sua isola piuttosto che di nuovo in giro per l’Europa a fomentare rivolte contrarie ai nuovi disegni della neo nata Italia).  Nell’agosto del 1873 la goletta fu disloca presso il lazzaretto di Nisida con compiti di sorveglianza sanitaria. Con gli stessi compiti, la Tremiti fu trasferita in Sicilia nel gennaio 1884 ; si distinse in quel periodo soccorrendo il brigantino Amicizia a bordo del quale era scoppiato un incendio. Divenuta ormai obsoleta, nel luglio 1887 la nave venne destinata all’addestramento dei cadetti della Scuola Superiore di Guerra di La Spezia. Dieci anni dopo, ormai incapace di navigare autonomamente e perciò rimorchiata, la Tremiti lasciò la base alla volta di Taranto per portavi alcune famiglie di operai e impiegati trasferiti in quell’Arsenale. Dopo 18 anni di servizio, per la prima volta la nostra goletta si dirigeva verso i mari e i porti  della regione che col suo nome omaggiava. Ma, crudeltà del destino, non riuscì nemmeno a raggiungere l’alto mare. Colpita da un burrasca all’altezza di Palmaria, la maggiore delle isole di cui si compone l’arcipelago spezzino, la Tremiti cominciò a imbarcare acqua da una falla nella stiva. I passeggeri ebbero appena il tempo di trovare scampo sul rimorchiante (la Betta N.5). Trovandosi a profondità affatto proibitive, la goletta Tremiti venne riportata a galla e di nuovo rimorchiata a la Spezia. Vi rimase sino al 30 agosto 1903, anno in cui venne radiata e avviata alla demolizione.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Aprile 2013

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