Cultura e Spettacoli

La grande burla della Luna

Ricorre oggi il 188° anniversario di una delle più grande bufale diffuse da un quotidiano

Il 25 agosto 1835 il New Yok Sun dava inizio a una serie di sei articoli destinati a fare scalpore. In essi, un personaggio fittizio, tale dr. Andrew Grant (in realtà Richard Adams Locke) presentandosi come compagno di viaggio e collaboratore di sir John Herschel, all’epoca il più grande astronomo del mondo, ne elencava “recenti e sensazionali scoperte per mezzo di un telescopio di grandi dimensioni e di un principio del tutto nuovo”. Le scoperte, avvenute osservando il satellite terrestre dal Capo di Buona Speranza, avevano per oggetto “foreste, mari e piramidi di quarzo color lilla”… mandrie di bisonti, unicorni blu… creature anfibie che attraversano fiumi… bipedi armati, una razza di uomini alati che abitano in un misterioso tempio dal tetto d’oro”. Il pacchetto di articoli si chiudeva rivelando che le osservazioni avrebbero potuto essere “ben più numerose e straordinarie” se l’obiettivo del telescopio usato da Herschel, agendo “come specchio ustorio, non avesse prima distrutto il prezioso apparecchio e poi dato fuoco all’Osservatorio”. Chiacchiere, naturalmente, inventate allo scopo di aumentare la tiratura del giornale e – nelle intenzioni di Locke – di farsi beffe di teorie astronomiche non meno stravaganti e in quegli stessi anni diffuse dalla stampa con leggerezza imperdonabile. Con ‘The Great Moon Hoax’ (La grande burla della Luna), come dopo venne ribattezzato il caso, la distribuzione del giornale aumentò di cinque volte. Dinanzi al successo i proprietari del giornale ripubblicarono in seguito gli articoli in forma di pamphlet con una tiratura di 60 000 copie, che andarono esaurite in meno di un mese. La bufala si sparse a macchia d’olio: commenti entusiasti venivano riportati su molti giornali, relazioni delle scoperte apparvero nei bollettini delle più celebri accademie scientifiche europee. Ma un altro astronomo, François Arago, non si fece prendere il naso. Pur convinto che anche su altri pianeti potessero esserci forme di vita, Arago si era convinto che la fonte delle informazioni contenute in quegli articoli non poteva essere l’illustre collega John Herschel, il quale a sua volta non poteva difendersi, essendo in quel momento per ragioni di studio in un remoto e difficilmente raggiungibile angolo di mondo. Arago perciò decise di leggere pubblicamente l’intera serie di articoli davanti ai membri dell’Accademia delle Scienze Francesi. I più risero, ma ci fu pure chi si ostinò a ritenere probabili le scoperte attribuite a Herschel. Non risulta che Herschel abbia intentato causa al New York Sun. – Nell’immagine, un’illustrazione tratta ‘Delle scoperte fatte nella luna del dottor Giovanni Herschel, opuscolo edito a Napoli nel 1836 e successivamente ripubblicato col titolo ‘Nuove scoperte lunari’.

Italo Interesse


Pubblicato il 25 Agosto 2023

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