Cronaca

La lacrima sul viso di Decaro e la “super Tari”

Archimede affermò:  “datemi una leva  e solleverò  il mondo “. Antonio Decaro, Sindaco di Bari ,che essendo ingegnere di matematica dovrebbe capirne qualcosa, ha invece mutuato la teoria pitagorica con un motto tutto suo, del tutto personale: “datemi le tasse e svuoterò le tasche dei baresi”. E il primo cittadino barese sembra riuscire in pieno  nel suo proposito, visto che dopo la Tasi al 3,3%, tra le più alte applicate in Italia (fortunatamente abolita) ,ha incrementato pure  la Tari ( tassa sui rifiuti),  aumentandola oltre ogni dolore.  Odiosi balzelli che hanno fatto di Bari  una delle città più tartassate della penisola,  avendo per contro una qualità di servizi che,  è giusto ripeterlo per l’ennesima volta,è  alle soglie del terzo mondo. Che il capoluogo pugliese continui poi a dibattersi fra mille problemi che concorrono ad abbattere la qualità della vita dei suoi cittadini, ristagnando agli ultimi posti della classifica nazionale, e subendo veloci e ulteriori flessioni dei parametri minimi di vivibilità , pare essere cosa di ….poco conto. Siamo a settembre, e puntuale come la vendemmia giunge a scadenza il pagamento della famigerata Tari. Ora il barese medio , scartando la busta e leggendo l’importo da pagare, minimo si aspetterebbe, forse ingenuamente,  di uscire di casa e di trovare le strade luccicanti per la pulizia effettuata, così come  i cassonetti funzionanti ed ordinatamente allocati nelle dedicate sedi stradali. Purtroppo  così non è, come già rimarcato in  innumerevoli occasioni. L’ultimo caso da noi denunciato qualche settimana fa, è quello dei cassonetti bruciati in via Mitolo, nel quartiere Poggiofranco, strada per la quale il primo cittadino non ha l’abitudine di passare spesso,  come invece ha fatto di frequente questa estate in corso Vittorio Emanuele , “alla ricerca del rifiuto perduto” (parafrasando Marcel Proust) ,continuando a ignorare le periferie. Come ben hanno potuto appurare amaramente i baresi, la Tari rispetto al 2015 è stata un vero e proprio salasso , con aumenti la cui forbice oscilla  tra i 25 e 60 euro.  Svolgendo alcune simulazioni, ad esempio,per  una abitazione di 100 metri quadri  la tariffa rincara del 7% per un single, tocca il 10 % per una coppia o  per un nucleo familiare di tre persone, fino a sfiorare il 13 % per le famiglie composte rispettivamente da quattro e cinque persone. Le utenze commerciali, invece , hanno patito  un aumento medio dell’11%.  A nulla valgono i simbolici ed effimeri sconti ,come quello del 25 %  sulla parte variabile della  Tari per le famiglie residenti nei quartieri che superano il 50% di raccolta differenziata, perchè  sarebbe proprio curioso   capire in quali rioni tale raccolta avvenga in modo così corposo da poter facultare l’applicazione del detto sconto. Ci si domanda,a questo punto, se sia etico e morale caricare aggravi della succitata portata sulle spalle delle famiglie baresi , già in grande difficoltà, e per di più  con un’igiene urbana non certamente mutuata da una città svizzera. Il nostro primo cittadino, dal cuore tanto tenero ed ultimamente facile alla commozione, si emozionerà anche stavolta pensando a chi dovrà subire l’ennesimo ed ingiusto salasso?  Chissà se un giorno anche l’ing. “Rincaro” riuscirà  a pronunciare l’illuminata esclamazione “Eureka”, sempre attribuita al matematico di Siracusa. In tal caso a gioirne saranno finalmente i baresi: vorrà dire che Decaro  ” ha trovato” il modo di abolire le odiate tasse cittadine.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 20 Settembre 2016

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