Cronaca

La linea dei filobus non funziona nonostante i cinque milioni spesi

L’incidente avvenuto ieri a Bari, nei pressi del sottopasso di Sant’Antonio, nel quale un tir in transito ha tranciato alcuni vecchi cavi del filobus mandando in tilt il traffico cittadino per alcune ore, riaccende i riflettori sulla vicenda della rete filobus dell’AMTAB per la quale sono stati spesi dal Comune e dalla Regione Puglia 5 milioni di euro per l’impianto e l’acquisto dei mezzi  oltre ad ulteriori  500.000 euro utilizzati per la manutenzione ed i corsi di formazione per gli autisti. Della vicenda sul “Programma DISIA 89-91/Ripristino della linea filoviaria Ceglie-Carbonara- Stazione Centrale di Bari” si discute ormai da 26 anni, lo stesso Sindaco di Bari – Antonio Decaro – già assessore alla Mobilità delle giunte di Emiliano, aveva ribadito la necessità di “adeguare il servizio di trasporto pubblico mettendo in esercizio sia le filovie che da lungo tempo sono parcheggiate nei depositi dell’AMTAB, sia i nuovi autobus acquistati con i finanziamenti regionali”. Ma dopo l’indagine della Procura allargata anche all’Azienda Municipale dei Trasporti che a quanto pare avrebbe stipulato i contratti senza alcun bando pubblico, ecco che i dirigenti hanno sospeso nuovamente tutte le operazioni in attesa del contratto tra Comune ed Amtab . Per il momento quindi la filovia resta inutilizzata: oltretutto basti pensare che un tratto a Carbonara non è fornito di collegamenti filoviari. Intanto ai cittadini baresi bisognerebbe spiegare come mai,dopo tutti i milioni di soldi pubblici che sono stati spesi ed il collaudo effettuato già dal 2013, la filovia non sia ancora stata attivata. Ed è la stessa domanda che ha posto al Sindaco di Bari, il Coordinatore Regionale di Noi con Salvini – Rossano Sasso – il quale in una nota ha sottolineato che <> sempre che non sia l’ennesimo spreco di denaro pubblico senza alcun servizio per i contribuenti. Inoltre è curioso come dei vecchi fili inutilizzati, come quelli protagonisti dell’incidente col tir, non siano ancora stati rimossi in modo da evitare questi spiacevoli inconvenienti. Eppure da quando fu progettata ed attivata nel lontano 1939 la rete filoviaria urbana, in tempi non sospetti, ebbe un grosso successo raggiungendo la sua massima espansione nel 1960 con una rete composta da 8 linee coprenti circa 36 km.  Successivamente nel 1965, con il passaggio alla municipalizzata Amtab, iniziò il suo lento declino cominciato con la soppressione di alcune linee fino ad arrivare alla sua completa disattivazione. Inoltre è bene ricordare che i filobus, per la loro peculiarità, sono meno inquinanti degli attuali sistemi di trasporto pubblico quindi sarebbe opportuno ripristinarli anche per combattere l’inquinamento in città: infatti dai recenti dati dell’Arpa Puglia, pur non essendo stati registrati casi in città di valori di polveri sottili al di sopra del limite stabilito per legge, i punti dove si è registrata una maggiore concentrazione di Pm10 sono stati in zona Cus , Carbonara, Japigia e Corso Cavour, ovvero proprio in quelle zone dove passerebbe la rete filoviaria che sicuramente gioverebbe, oltre che al sistema di trasporto pubblico evitando così l’utilizzo eccessivo delle automobili private, anche all’ambiente o meglio all’aria respirata dai cittadini.

Maria Giovanna Depalma

 


Pubblicato il 8 Aprile 2016

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