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La maggioranza cerca l’intesa con i “5 Stelle” per evitare incertezze in aula

Le dimissioni di Delli Noci anche da consigliere hanno ridotto all'osso i numeri di Emiliano, che, sulla carta, può contare appena 26 voti su 51, compreso il suo

La maggioranza di centrosinistra alla Regione Puglia, con le dimissioni anche da consigliere dell’ormai ex assessore Alessandro Delli Noci di “Con” – a causa dell’inchiesta della Procura di Lecce che lo vede indagato – si è indebolita ulteriormente tanto che, conti alla mano, sulla carta dovrebbe poter contare 26 voti su 51, compreso quello del presidente della Regione, Michele Emiliano. Quindi un fine legislatura, quello del secondo mandato di Emiliano, che rischia di concludersi con appena un voto di differenza tra maggioranza ed opposizione, sempre che l’originario fronte di centrosinistra riesca a mantenersi compatto ed al suo interno qualcuna delle diverse voci critiche e imprevedibili non decida di togliersi i “sassolini” dalle scarpe che il governatore Emiliano gli ha messo durante gli anni del suo governo. Pertanto alla maggioranza di centrosinistra formata da Pd, Azione, “Con” e “Per la Puglia” che nell’Aula barese di via Gentile sostiene il governatore uscente non è rimasto che constatare che occorre instaurare nuovamente un rapporto con il “Movimento 5 Stelle” e recuperare un dialogo di collaborazione con il centrodestra, per evitare che l’attività del Consiglio possa incepparsi e che anche provvedimenti importanti e fondamentali per il governo della Regione possano poi non trovare in Aula i numeri necessari per l’approvazione. Insomma, l’ultimo scorcio del secondo mandato di Emiliano è una strada in salita dagli esiti imprevedibili. Motivo per cui, nel corso della riunione dei capigruppo di centrosinistra con il governatore Emiliano, è maturata la decisione di portare in Aula provvedimenti per i quali ci sia la massima condivisione possibile ed evitare, sempre e per quanto possibile, ogni frizione con il fronte dell’opposizione di centrodestra e, soprattutto, con l’opposizione pentastellata. Il Consiglio regionale tornerà a riunirsi martedì prossimo e riprenderà i lavori dalla comunicazione ufficiale delle dimissioni dell’ormai ex assessore ed ex consigliere regionale Delli Noci e dalla surroga di quest’ultimo con l’imprenditore salentino Antonio Raone, ora dirigente di Forza Italia, che è il primo dei non eletti nel 2020 della lista di “Con” nella circoscrizione elettorale di Lecce, per poi passare ad esaminare le proposte di modifica della legge elettorale regionale. Secondo quanto stabilito nell’incontro di Emiliano con i capigruppo della sua ormai risicatissima maggioranza, all’interno di questa ogni partito e gruppo ragionerà sulle proposte di modifica alla legge elettorale, in modo da poter cercare una sintesi da proporre alle opposizioni. La prima mediazione sulla quale potrebbe trovarsi un’ampia convergenza è sull’abbassamento da 180 a 60 giorni del termine, per le dimissioni dalla carica, imposto ai sindaci che si vorranno candidare alle prossime regionali. Questa modifica, infatti, qualora si trovasse un accordo subito, potrebbe anche essere portata in Consiglio già nella seduta del 24 giugno, così da far cessare la materia del contendere con il Governo nazionale e ora pendente dinanzi alla Corte Costituzionale, che sulla legge ora in vigore (dimissioni 180 giorni dalla fine della legislatura) si esprimerà – come è noto – il 9 luglio prossimo. Infatti, rischio per tutti i partiti è che se la Consulta dovesse cassare la norma in vigore, in Puglia si creerebbe un vuoto normativo che renderebbe ancora più complessa la situazione, lasciando ai Primi cittadini la possibilità di essere eleggili alla Regione anche senza dimettersi. Di qui l’esigenza di intervenire prima. Gli altri punti delle modifiche su cui cercare la mediazione riguarderanno: l’ipotesi di introduzione del consigliere supplente (che forse non sarà più necessaria, visto che il Parlamento potrebbe approvare la modifica che eviterebbe alla Puglia la riduzione da 50 a 40 consiglieri) e su cui però è netta la contrarietà del M5S e centrodestra; la soglia di sbarramento al 4% per essere ammessi alla ripartizione dei seggi in Consiglio, che sarebbe da confermare, ma da legare però al risultato complessivo dei voti delle liste, anziché a quelli conseguiti dal candidato presidente eletto, come è attualmente; la decadenza dei candidati del genere in eccesso nelle liste che non rispettano il rapporto 60/40 tra uomini e donne. Ma mente il partito pugliese di Giuseppe Conte, il M5S, su questi ultimi punti è pronto a discutere ed a trovare un’intesa, il centrodestra invece ha già fatto sapere di essere indisponibile a qualunque modifica. Pertanto, una ripresa di dialogo con i pentastellati, non soltanto per le modifiche alla legge elettorale, ma anche per altre questioni, è indispensabile al centrosinistra in Puglia per evitare di concludere la legislatura nel caos. Dialogo che verosimilmente dovrà riguardare anche il tema dell’alleanza elettorale per le regionali e, quindi, del nome da candidare a presidente, in caso d’intesa. Diversamente, nella coda di questa legislatura, le sorprese in Consiglio potrebbero essere non poche per il governatore uscente, Emiliano, e la sua originaria maggioranza.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Giugno 2025

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