Cronaca

La maledizione del decentramento amministrativo

 
 
 
Niente piu’ speranze di ripescare il jolly del decentramento amministrativo dal programma del Sindaco di Bari, dopo che Michele Emiliano e’ salito per la seconda volta sullo scanno piu’ alto di Palazzo di Città. Ma non è stato soltanto il primo cittadino a dichiarare fallimento e alzare bandiera bianca sul passaggio dei poteri dagli organi centrali della burocrazia a quelli periferici: Annabella De Gennaro, di recente dimessa dal suo incarico di Assessore al Decentramento amministrativo, ha pagato lo scotto della sua inesperienza politica e, addirittura, il suo conflitto di interesse. Un’incompatibilità palese che in altre città avrebbe fatto gridare allo scandalo e fatto intervenire qualche sostituto procuratore è passata quasi sotto silenzio, pur essendo esistente sin dalla sua nomina. Eppure quello scandaloso conflitto d’interessi (si sottolinea: scandaloso…) ha costituito il “salvacondotto” per consentire alla giovane studentessa e imprenditrice barese prestata alla politica, d’uscire da un ginepraio dei più svariati interessi avversi a qualsiasi forma di controllo istituzionale di contrasto a operazioni, quantomeno, slegate dai bisogni veri dei territori. E ora, cosa ne sarà del decentramento amministrativo a Bari? “Semplice,  resta ancora nel guado e non è da fare, se non solo di facciata, per non recare disturbo alle manovre di palazzo e della dirigenza dei partiti cittadini, ora che la scadenza elettorale è sempre più vicina”, spiega ancora una volta al nostro giornale l’ex presidente circoscrizionale di Picone-Poggiofranco Tonino Gadaleta. Per il quale, come detto, il destino della De Gennaro era segnato sin dall´atto della sua nomina ad Assessore, le previsioni del Comitato Municipi si sono avverate, il compito che le veniva attribuito senza che ne fosse probabilmente consapevole era soltanto quello di gestire una delega che pur “movimentista” non desse luogo ad alcun risultato: ora, chi sarà la nuova vittima? La data fissata dal cronoprogramma giuntale di conclusione dell´iter dell´istituzione dei Municipi, il 30 giugno scorso, è passata indenne con motivazioni di difficoltà legate alla carenza di personale da assegnare ai futuri Municipi, alla revisione delle funzioni con modifiche regolamentari, alla esiguità e mancata assegnazione delle risorse finanziarie. Questioni tutte risolvibili e sulle quali non si è sul serio messo mano. Il personale amministrativo (quello tecnico è da assumere con pubblici concorsi) è quello esistente con l´aggiunta del personale proveniente dagli assessorati a seguito del trasferimento delle competenze ai futuri Municipi, le funzioni sono già previste nel regolamento in materia sin dalla sua approvazione nel lontano maggio 2006 e rese inoperative perché le commissioni comunali che avrebbero dovuto normalizzare Statuto e Regolamenti non hanno prodotto nel tempo alcun risultato e, infine, le questioni relative alla mancanza delle risorse finanziarie sono la conseguenza per non aver voluto attuare il bilancio partecipato pur previsto dal regolamento. “La verità risiede nel fatto che la volontà di dare avvio ad un Decentramento amministrativo di sostanza da parte dell´Amministrazione comunale non è mai esistita e ha sempre prevalso –riattacca Gadaleta- la logica accentratrice dell´azione amministrativa in cui hanno avuto buon gioco la prassi della spartizione lottizzata del potere e degli interessi esterni alla vita amministrativa e pubblica, tutti orientati a dare corpo ad una visione di una realtà cittadina bottegaia e palazzinara”. Ma andiamo avanti. L´abbellimento previsto per esempio di via Sparano con onerosi fondi pubblici mentre le periferie languiscono nel dimenticatoio, la previsione della cantierizzazione all´insegna dello spreco di grosse opere edilizie di vario genere, i tentativi di occupare il patrimonio pubblico come quello della ex-caserma Rossani per ingannare la richiesta dei cittadini, espressa da movimenti e associazioni, ambiziosi di vivere in una realtà di territorio a dimensione umana con un parco urbano integrato alle iniziative qualificanti della cultura e del tempo libero e che vedono, invece, gli interessi speculativi farsi largo, costituiscono la più ampia e incontestata riprova. In queste logiche la visione di una città che sia partecipativa non in modo effimero ma decisionale è evidente che dà fastidio, da qui l´affossamento di qualsiasi forma istituzionale decentrata che garantisca il governo istituzionale del territorio per esempio attraverso i Municipi. I quali, al rango di veri comuni metropolitani, rappresentano un obiettivo politico irrinunciabile perché costituiscono la fase propedeutica alla definizione per legge dell´area metropolitana comprensiva dei confini dell´attuale Provincia che viene abolita e le cui funzioni sono assorbite e maggiorate con ulteriori fondi regionali, europei e statali dalla Città metropolitana, nuovo livello istituzionale a potestà statutaria. Un livello che a Bari sembra troppo alto e irraggiungibile per amministratori che pensano a tutto, salvo all’interesse comune dei cittadini….
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 19 Dicembre 2011

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