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La “mancia” del governo Renzi ai produttori per il crollo del prezzo del grano

Approvato ieri dalla conferenza Stato-Regioni il decreto che fissa criteri e modalità di ripartizione delle risorse del fondo da 10 milioni di Euro, inserito nel decreto legge governativo “enti locali” dello scorso luglio, per interventi a sostegno del comparto cerealicolo. Lo ha comunicato il Mipaaf  (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) che con questa misura tenta di dare una boccata d’ossigeno al settore, dopo che i prezzi di vendita del grano nazionale, raccolto la scorsa estate, sono scesi al di sotto dei costi di produzione. La misura adottata prevede un aiuto di 100 Euro ad ettaro per produttore nei limiti del regime ‘de minimis’. Il sostegno è finalizzato ad aumentare qualitativamente l’offerta di grano italiano con la sottoscrizione di contratti di filiera, capaci di garantire una più equa remunerazione del lavoro agricolo e contenenti parametri qualitativi del grano duro conformi con le esigenze produttive dell’industria pastaia nazionale.

“E’ una notizia importante – ha commentato il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina (Pd) – l’approvazione del decreto che individua criteri e modalità di ripartizione del fondo previsto dal decreto enti locali”.  “Serve adesso un patto strategico – ha aggiunto il ministro – per valorizzare la filiera grano-pasta italiana. Un impegno concreto e comune che valorizzi il lavoro dei nostri agricoltori e consenta ai produttori di pasta di approvvigionarsi sempre di più di grano italiano di qualità”. “Per questo – ha poi concluso Martina – investiamo 10 milioni di Euro per il sostegno ai contratti di filiera, con l’obiettivo di aumentare del 20% le superfici coltivate coinvolte, passando da 80.000 a 100.000 ettari”. Però, il responsabile delle Politiche agricole del governo Renzi non ha tralasciato di sottolineare che “accanto a questa operazione è necessario lavorare per dare sempre più informazioni al consumatore sull’origine della materia prima attraverso un’etichetta (ndr – sui prodotti e derivati del grano) chiara e trasparente”. Anche l’assessore pugliese alle Risorse agroalimentari, Leonardo Di Gioia, che nella conferenza Stato-Regioni è coordinatore della Commissione agricoltura, ha commentato l’approvazione del decreto che fissa criteri e modalità di ripartizione delle risorse del fondo di 10 milioni di Euro per il comparto cerealicolo, affermando: “Un lavoro di squadra portato a termine insieme a tutti i colleghi delle Regioni, delle Province autonome e con la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali”.  “L’intesa è stata raggiunta in 24 ore”  ha affermato, inoltre, Di Gioia in una nota, spiegando che “il decreto consente l’avvio della nuova campagna produttiva con uno strumento di sostegno importante. Per le imprese e i produttori tutti è una risposta concreta alle criticità più volte manifestate, che avrebbero ridotto al collasso l’intero settore”. Infatti, secondo l’assessore pugliese all’Agricoltura, l’aiuto concesso, in regime de minimis, pari a 100 Euro per ettaro, è “una boccata d’ossigeno per le imprese che operano nel settore di tutte le Regioni, le quali hanno, ad oggi, anche l’opportunità di incrementare qualità e produttività delle coltivazioni, contribuendo al rafforzamento di tutta la filiera cerealicola, nel medio-lungo periodo”. Il presidente di Coldiretti-Puglia, Gianni Cantele, nel ringraziare l’assessore alle Risorse agroalimentari della Puglia e

coordinatore nazionale della commissione Stato-Regioni, Di Gioia per l’appunto, ha dichiarato: “Bene il decreto con cui vengono ripartite le risorse del fondo da 10 milioni di Euro per sostenere il comparto cerealicolo, ma resta decisiva (ndr – per risollevare il comparto) l’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta, su cui si è impegnato nella nostra manifestazione (ndr – La giornata sull’olio extra vergine d’oliva italiano) a Firenze il premier Renzi”. Infatti, per Cantele, è pure “necessario un cambio di marcia, in un’ottica di trasparenza dell’informazione ai consumatori, quando ancora un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che il consumatore lo sappia”. Il presidente pugliese di Coldiretti ha infatti rilevato che “in un anno, da luglio del 2015 ad oggi, nei porti pugliesi sono state scaricate oltre 2 milioni di tonnellate di grano estero per fare pane e pasta ‘Made in Italy’. Di fatti le importazioni in Italia di grano  dall’Ucraina sono quadruplicate, diventato quest’ultimo, nel 2016, il terzo fornitore di grano tenero per la produzione di pane, mentre per il grano duro da pasta il primato spetta al Canada, che ha aumentato del 4% le spedizioni nel nostro Paese. “Il ‘grano giramondo’ – ha poi dichiarato Cantele – ha contribuito a far crollare del 42% i prezzi del grano pugliese che continua così ad essere colpito da una speculazione da 145 milioni di Euro che sono le perdite subite dagli agricoltori del ‘granaio d’Italia’ per il crollo dei prezzi rispetto allo scorso anno, senza alcun beneficio per i consumatori”. In definitiva, i 10 milioni di Euro che saranno distribuiti dal governo italiano ai produttori cerealicoli nazionali rappresentano una vera e propria “elemosina” rispetto al danno economico subito dal comparto a causa delle importazioni incontrollate di grano extraeuropeo. “Cui prodest ?”. Sicuramente alle industrie pastaie e di prodotti farinacei in genere, ma probabilmente non solo a queste. 

 Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 1 Ottobre 2016

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